Roma, 27 set. - 'Non aiutateci per carita'': cosi' recita la nuova campagna lanciata da Amref Health Africa - Italia, onlus che da oltre 60 anni si preoccupa di portare il benessere e la salute nel continente a Sud. Un appello a rompere gli stereotipi e guardare ai 54 Paesi africani per cio' che sono realmente. "In Italia si considerano terra da cui partono invasori. Noi vogliamo ribaltare questa percezione: e' fucina di risorse, talenti e futuro" ha detto Ilaria Borletti Buitoni, presidente onorario di Amref Italia, nel corso dell'incontro di presentazione a Roma.
Con questa campagna, che richiama anche i progetti precedenti 'Voci di confine - La migrazione e' una bella storia' e 'Snapshots from the borders - Istantanee dai confini', parte anche una nuova raccolta fondi via Sms, per finanziare la formazione di operatori sanitari: "Amref crea condizioni affinche' nelle comunita' esistano speranza, risorse, futuro" prosegue la Borletti Buitoni. "Non e' un caso che il sottotitolo di 'Non aiutateci per carita'' sia 'Aiutateci perche' abbiamo fame di cambiamento'. Inorridisco quando sento parlare di 'migranti economici', come se l'avanzata del Sahara o l'assenza di prospettive siano tragedie minori rispetto a un conflitto armato".
Ma l'Africa, insistono gli ospiti in sala, non e' solo questo: "L'Africa e' immensa, ha migliaia di etnie... Non e' solo il Ruanda del 1994 (anno del genocidio, ndr). E' una terra di gioia incredibile" dice Giobbe Covatta, volto storico della onlus in Italia, a cui fa eco il nuovo testimonial, il regista Pif (al secolo Pierfrancesco Diliberto), che rivendica l'importanza di viaggiare per liberarsi degli stereotipi eurocentristi: "Mi e' bastata una settimana in Kenya, e sono tornato un esperto", scherza col pubblico.
A chiedere di dimenticare l'Africa quale sinonimo di poverta' e' anche Fortuna Ekutsu Mambulu, direttore dell'African Summer School: "Le risorse del continente sono valutate in 46mila miliardi di dollari. E teniamo presente che non e' compresa in questa cifra il valore dei prodotti, della creativita' e del lavoro degli africani".
A sollevare il ruolo del giornalismo nel raccontare "tanto e meglio l'Africa" e' Roberto Natale, della Responsabilita' Sociale Rai: "In'indagine Ipsos ha rivelato che l'Italia e' al terzo posto per popolazione in cui e' maggiore il divario tra percezione e realta'. Ad esempio, alla domanda 'quanti musulmani ci sono in Italia?', la maggioranza ha risposto '20 per cento', quando costituiscono poco piu' del tre. E' interesse dell'Italia cambiare la narrazione".
Ad avere molto a che fare con notizie paradossali sono gli autori di 'Lercio', il sito di "fictional news": "Noi spingiamo le notizie al paradosso, ma spesso la realta' ci segue e ci raggiunge. Accade anche dal mondo della politica", hanno detto Alfonso Biondi e Eddie Settembrini.
E contro chi viola la verita' dei fatti, distorcendoli o creando fake news, "al momento si e' impotenti", denuncia Valerio Cataldi, dell'associazione Carta di Roma. "Si difende il giornalista rivendicando il principio della liberta' di espressione. Ma i giornalisti non lavorano con le opinioni, ma coi fatti".
Durante l'incontro, poi, e' stato sottolineato che non esiste solo un'Africa al di la' del Mediterraneo. A testimoniarlo Sonny Olumati, nato in Italia da genitori stranieri, volto del movimento degli Italiani senza cittadinanza: "Da quando sono piccolo sento parlare di creare ponti tra Europa e Africa. E intanto ci ha pensato la biologia: in Europa vivono centinaia di migliaia di africani di seconda generazione. Che pero' hanno bisogno di piu' spazio e opportunita'".
A concludere l'incontro la vignetta che Mauro Biani ha dedicato a questa iniziativa: un bambino sulla schiena della mamma - con l'acconciatura che ricalca il profilo del continente - che dice: "Noi non siamo terzi a nessuno". "Le vignette sono anche espressione dei paradossi" ha detto Biani. "Se davvero siamo contrari agli africani, allora facciamo in modo che ognuno torni a casa sua. Ma l'Europa non si rende conto che se accadesse, in poco tempo andrebbe a rotoli".
(Vig/Dire)