Intervista all'ambasciatore italiano in Senegal dopo il concerto
Roma, 27 set. - "Abbiamo scommesso sulla multiculturalita', sull'incontro fra culture diverse, presentando un prodotto marcatamente italiano che coinvolgesse al massimo l'esigente pubblico senegalese": a parlare con l'agenzia 'Dire', dopo il concerto a Dakar dell'Orchestra di piazza Vittorio, e' l'ambasciatore Francesco Paolo Venier.
Ieri sera il Grand Theatre National della capitale era quasi completamente pieno. "Non era un risultato scontato ne' facile" sottolinea Venier: "C'e' stato un battage pubblicitario e una campagna di promozione importante".
Il concerto era parte di una serie di iniziative che precedono la prossima riapertura dell'Istituto italiano di cultura a Dakar. "E' un percorso di elevazione della nostra presenza culturale che va avanti da un po'" spiega l'ambasciatore. Convinto che, fino a ieri sera, "mancasse ancora uno spettacolo musicale di grande impatto". Il Senegal, sottolinea Venier, "e' un Paese capace di esprimere molto a livello musicale e che ama molto la propria musica". Serviva allora qualcosa di fuori dall'ordinario e di speciale, come l'ensamble del quartiere Esquilino: "Una miscela innovativa - dice l'ambasciatore - capace di fondere italianita', contemporaneita' e multiculturalismo".
Ma al Grande Theatre, che atmosfera c'era? "Lo spettacolo - risponde Venier - e' stato molto apprezzato, come testimoniano i commenti sulla pagina Facebook dell'ambasciata, e c'e' stata una grande partecipazione del pubblico; e non solo perche' nell'Orchestra nata a Roma agli inizi degli anni Duemila suona anche un percussionista senegalese, El Hadji Yeri Samb".
(Vig/Dire)