Milano, 29 nov. - "I media diano piu' spazio alla voce degli stranieri, che oggi sono invece usati nella propaganda o per la raccolta di fondi", e nei programmi tv "non vengono quasi mai fatti parlare in prima persona". E' l'appello di Tareke Brhane, presidente del comitato Tre ottobre, la data del naufragio di Lampedusa nel quale tre anni fa morirono 368 migranti che tentavano di raggiungere l'Europa.
Secondo Brhane, intervistato a Milano a margine del convegno 'Le memorie del mondo' al Festival GOes DiverCity, i media italiani oggi hanno responsabilita' nella diffusione di "tensioni" sotto gli occhi di tutti.
L'attivista osserva come ci siano tanti programmi tv che parlano di immigrazione, in cui intervengono opinIonisti ma le voci "dirette" delle comunita' immigrate non vengono espresse. "Sono in Italia da 12 anni - dice Brhane - e non ho mai visto un programma serio, dove venga dato spazio agli stranieri, facendoli parlare in prima persona".
Interpellato sul perche' oggi paiono assenti leader politici in grado di ispirare, offrire visioni all'opinione pubblica, al posto che mettere paura sull'immigrazione, Brhane risponde: "Perche' queste sono scelte scomode".
Per Brhane, "serve invece costruire un percorso molto lungo, a lungo termine, invece di creare paura. Ragionare con la pancia puo' avere degli effetti immediati" e "la paura crea solo muri" tra comunita', continua Brhane. "Bisogna invece creare dialogo, confronto e cultura per risolvere un problema cosi' serio come quello dell'immigrazione e ci vorranno anni".
"Io giro le scuole, ogni anno incontro 8mila-9mila studenti in tutta Italia e vedo con i miei occhi quanto questo fa la differenza, perche' spesso le cose non vengono raccontate" dice il presidente del comitato Tre ottobre. "Per questo e' anche importante da parte dei membri delle comunita' straniere farsi sentire, mettersi in gioco". Secondo Brhane, allora, "anche noi dobbiamo avere la capacita' di spiegare alla gente", che altrimenti "ci etichetta", sull'onda di paure.
(Red/ Dire)