Roma, 29 nov. - "Il governo del Nicaragua ci perseguita, ecco perche' sono in esilio". Lo ha detto Henry Ruiz, il segretario del Consiglio nazionale per la difesa delle acque, della terra e della sovranita', raggiunto dal quotidiano nicaraguense 'Confidencial' in Costa Rica, dove l'uomo risiede da qualche tempo. Secondo Ruiz dall'inizio della crisi politica e delle proteste di piazza ad aprile si sarebbero intensificati gli attacchi del governo contro il Consiglio nazionale, che in questi anni si e' occupato di farsi promotore delle istanze dei contadini che si oppongono alla realizzazione del Canale di Nicaragua, un progetto approvato nel 2012 per collegare il Mar dei Caraibi e l'Oceano Pacifico per velocizzare gli scambi commerciali.
L'intervista a Ruiz e' stata pubblicata a pochi giorni dall'arresto di altri due esponenti del Consiglio. Ora nel carcere di massima sicurezza di Managua ce ne sono sei, tra cui anche il coordinatore, Medardo Mairena. Tutti sono stati accusati di associazione criminale, terrorismo e omicidio. Dei 15 membri del Consiglio nazionale, altri quattro insieme a Ruiz sono in esilio in Costa Rica.
"Cio' che Ortega ha fatto e' qualcosa che non possiamo accettare" ha detto Ruiz. "Sebbene il presidente provenga da una famiglia contadina, ci ha attaccato indiscriminatamente. E' una vendetta contro i contadini perche' il nostro e' stato l'unico movimento credibile, in grado di influenzare le masse, senza lasciarsi manipolare dai partiti. Il legame tra contadini e studenti, giovani e imprenditori non e' piaciuto".
Ruiz si riferisce alle proteste contro il governo iniziate ad aprile, di cui capofila sono state le associazioni degli studenti e i movimenti dei "campesinos". Da allora le organizzazioni per i diritti umani denunciano violenze, arresti arbitrari e anche uccisioni di civili da parte delle autorita' o di bande armate. Stando alla stampa locale poi i profughi nicaraguensi in Costa Rica avrebbero superato le 30mila unita'.
Il presidente Daniel Ortega sostiene invece che in Nicaragua sia stato sventato un tentativo di colpo di stato organizzato dai partiti di opposizione, col sostegno di Paesi stranieri.
(Red/ Dire)