Filippine, le ong nel mirino di Duterte: Stanno con i narcos
Il presidente accusa, ancora vittime nei raid della polizia
Roma, 29 mar. - La lotta di Rodrigo Duterte contro la droga continua a provocare vittime e potrebbe prendere di mira un nuovo obiettivo: gli attivisti per i diritti umani.
Dopo l'annuncio del ritiro del Paese dalla Corte penale internazionale, in cui il presidente e' imputato, la polizia della provincia di Bulakan, nel nord del Paese, ha fatto sapere la settimana scorsa di aver sparato su 13 persone sospettate per droga, uccidendole.
Risale invece a ieri la dichiarazione del portavoce della presidenza Henri Roque: "Non sottovalutiamo la possibilita' che alcuni gruppi per i diritti umani siano diventati strumenti inconsapevoli dei signori della droga per ostacolare i progressi fatti", ha detto il responsabile, senza nominare alcun gruppo per i diritti.
Dall'inizio della stretta contro gli stupefacenti, la polizia sostiene di avere ucciso oltre 4.200 sospettati che resistevano violentemente all'arresto.
"Al momento non abbiamo prove" ha detto oggi alla stampa John Bulalacao, portavoce della polizia nazionale, rispondendo a una domanda sulle prove dei presunti legami tra i cartelli della droga e i gruppi per i diritti umani. "Stiamo ancora verificando i report secondo cui i cartelli starebbero usando gruppi per i diritti umani per screditare gli sforzi del governo" ha aggiunto Bulalacao.
La campagna filippina contro il narcotraffico ha suscitato attenzione e critiche anche dai rappresentanti delle Nazioni Unite. Di recente, l'Alto commissario per i diritti umani Zeid Ra'ad Al Hussein ha detto che Duterte "avrebbe bisogno di uno psichiatra".
(Red/ Dire)
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