Roma, 29 mar. - Cresce la protesta in Cile contro una riforma della legge sull'aborto che impone nuove restrizioni alle interruzioni di gravidanza.
Decine di manifestanti cileni si sono date appuntamento ieri sotto il palazzo del ministero della Sanita' a Santiago e un altro appuntamento e' previsto per domani, con l'appoggio dei partiti di opposizione.
Nei giorni scorsi il governo della destra conservatrice del presidente Sebastian Piñera ha annunciato la modifica del testo approvato dal suo predecessore, il presidente Michelle Bachelet, imponendo nuovi limiti all'interruzione di gravidanza: ora le cliniche private potranno opporsi di eseguirla sebbene - contestano i difensori dei diritti umani - lavorino in partenariato con la Sanita' pubblica. Inoltre, i medici obiettori di coscienza potranno esprimere il loro rifiuto fino a un istante prima dell'inizio dell'intervento.
Secondo gli attivisti, queste misure espongono le donne al rischio di non riuscire ad abortire prima che scada il limite delle 12 settimane di gestazione imposto dalla legge.
Prima di andare al governo, Sebastian Piñera aveva assicurato che non avrebbe toccato la normativa che legalizza l'aborto, fortemente voluta da Bachelet dopo anni di dibattito. Ma pochi giorni dopo l'insediamento del nuovo governo il ministro della Sanita', Emilio Santelices, ha posto ulteriori limiti a una legge che gia' legalizza l'aborto solo in casi specifici quali lo stupro, un rischio elevato di sopravvivenza per la madre o malformazioni gravi del feto.
(Red/ Dire)