Benin, con 'Operazione Pangea' e' guerra ai farmaci contraffatti
Inchiesta con ausilio interpol, condannati sette 'grossisti'
Roma, 15 mar. - Erano implicati in un vasto traffico di medicinali contraffatti: per questo i giudici del tribunale di Cotonou, in Benin, hanno condannati in primo grado a quattro anni di reclusione.
La sentenza, che colpisce sette responsabili di aziende farmaceutiche responsabili del rifornimento delle farmacie nazionali, e' frutto di un'inchiesta che potrebbe segnare un punto di svolta nel Paese, situato in una regione dell'Africa particolarmente afflitta dal problema dei farmaci illegali.
Secondo la stampa di Cotonou, l'operazione 'Pangea IX', lanciata dal governo del Benin a febbraio 2017 in collaborazione con l'Interpol, ha gia' permesso di smantellare numerosi 'mercati neri' e reti criminali impegnate in questo commercio. Negli ultimi mesi del 2017 sono state sequestrate 104 tonnellate di farmaci contraffatti, ben 94 delle quali collegate secondo gli inquirenti ai sette rappresentanti farmaceutici che oltre al carcere sono stati condannati anche a risarcire lo Stato con circa 152mila euro.
L'acquisto di medicinali contraffatti, oltre a danneggiare le aziende e le casse dello Stato, costituisce un rischio per la salute. Stime dell'Organizzazione mondiale della sanita' indicano che sette medicinali su dieci in Africa non sono legali e causano circa 100mila decessi l'anno.
Il fenomeno inoltre rappresenta una fetta consistente del "sommerso" e della corruzione in Africa occidentale, problemi a cui l'Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha dedicato un studio pubblicato il mese scorso.
Secondo l'analisi, nell'area i Paesi piu' colpiti sono Ghana e Nigeria, dove i due terzi dei prodotti non supera i test sulla qualita'. I farmaci contraffatti movimenterebbero un giro d'affari da 400 milioni di dollari, che vanno a finire nelle tasche della criminalita' organizzata o sono parte dei finanziamenti illeciti ai numerosi gruppi armati attivi nella regione del Sahel.
A finire sul mercato nero sono soprattutto gli anti-malarici, addirittura un terzo di quelli impiegati. Essendo di fatto inefficaci, alimentano un'emergenza di salute pubblica.
(Red/ Dire)
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