Jongerius (eurodeputata): Passo importante verso l'Europa sociale
Roma, 31 mag. - I lavoratori temporaneamente impiegati in un altro Paese dell'Unione europea dovranno ricevere lo stesso salario dei lavoratori di tale Paese e saranno soggetti a maggiori tutele, grazie alle nuove norme adottate dal Parlamento europeo. La nuova direttiva, approvata in via definitiva con 456 voti a favore, mira a garantire una migliore protezione per questa categoria di lavoratori e una concorrenza leale tra imprese.
Come si legge in una nota, sono varie le novita' introdotte dal nuovo testo, che gli Stati membri avranno due anni per implementare: le norme retributive del Paese ospitante si applicheranno a tutti i lavoratori distaccati, i quali saranno protetti meglio da frodi e sfruttamento. In caso di distacco fraudolento, ad esempio operato da una societa' di comodo, gli Stati membri dovrebbero cooperare per garantire che i lavoratori distaccati siano protetti perlomeno dalle tutele contenute nella direttiva.
Gli Stati membri dovranno, inoltre, applicare anche i contratti collettivi regionali o settoriali, se di ampia portata e rappresentativi, finora applicati solo nel settore delle costruzioni. Il periodo di distacco puo' durare fino a 12 mesi, con una possibile proroga di 6. Trascorso tale termine, il lavoratore puo' restare o lavorare nel Paese ospitante, ma dovra' a quel punto essere soggetto all'intera normativa sul lavoro vigente in quello Stato.
Infine, al settore dei trasporti si applichera' la legislazione settoriale specifica, inclusa nel Pacchetto mobilita' che la Commissione trasporti votera' in prima lettura il 4 giugno. Fino ad allora, sara' applicata per il settore la direttiva del 1996.
"Si tratta di un passo importante verso la creazione di un'Europa sociale, che protegga i lavoratori e impedisca alle imprese di intraprendere una corsa al ribasso, ma anche di un'Europa che non conosce confini e che cerca una forza lavoro normale", il commento di Agnes Jongerius, eurodeputata olandese per i Socialisti e democratici (S&D), co-relatrice del testo.
Secondo i dati diffusi dall'Europarlamento, i lavoratori disposti a trasferirsi - su richiesta del datore di lavoro - presso un'azienda nell'Ue sono stati 2,3 milioni. Inoltre fra il 2010 e il 2016 il loro numero e' aumentato del 69%. Germania, Francia e Belgio ricevono il numero piu' alto di lavoratori e da sole ospitano circa il 50% di tutti i lavoratori distaccati.
In Italia i dipendenti inviati all'estero sono stati 114.515, di cui il 18,7% in Francia, il 10,2% in Germania e il 36,6% al di fuori dell'Ue, in Svizzera. Sono invece 61.321 i lavoratori distaccati ricevuti, piu' della meta' provenienti da Germania (18,8%), Francia (18,3%) e Spagna (14%).
I Paesi che inviano il maggior numero di lavoratori all'estero sono Polonia, Germania e Slovenia.
Tuttavia i lavoratori distaccati secondo l'analisi dell'Ue resterebbero una minoranza nel mondo del lavoro, non arrivando a rappresentare l'1% del totale nell'Unione.
(Red/ Dire)