Madagascar, corruzione: prezzi della vaniglia alle stelle
A rischio l'export dell'isola, il maggiore produttore mondiale
Roma, 10 mag. - I prezzi della vaniglia aumentano, cosi' tanto da spingere gli importatori a optare per la produzione artificiale e magari le gelaterie a puntare su altri gusti. A denunciare il costo eccessivo della spezia, il cui maggior produttore e' il Madagascar, sono state in particolare aziende inglesi.
"Il prezzo e' quadruplicato in pochi mesi" ha detto Julian Gale, analista di mercato delle materie prime, citato dall'emittente 'Bbc'. "I baccelli della vaniglia ora costano piu' di 600 dollari al chilogrammo, un prezzo superiore a quello dell'argento".
Il rincaro della spezia sarebbe stato causato da un ciclone che a marzo ha distrutto parte delle piantagioni del Madagascar, ma in realta' le cause sono molteplici e piu' complesse. Le foreste pluviali dell'isola, dalle quali proviene addirittura l'80 per cento della produzione mondiale di vaniglia, sono anche terreno fertile per gli alberi di palissandro. Da quando nel 2010 il governo di Antananarivo ha vietato il taglio illegale del pregiato legno, il business si sarebbe spostato sui baccelli di vaniglia. La speculazione, con l'acquisto da parte dei trafficanti di baccelli non ancora maturi e quindi di scarsa qualita', avrebbe causato il calo di produzione di vaniglia sostenibile e tracciabile. Negli ultimi anni, sono stati denunciati anche molti casi di ricatti e violenze sui coltivatori.
Tra i casi piu' noti quello dell'ambientalista Clovis Razafimalala. L'attivista ha denunciato che all'origine delle violenze sull'ambiente e sui contadini ci sarebbe una scarsa regolamentazione sul mercato della vaniglia e del palissandro, piu' la corruzione dei politici locali. Razafimalala, oltre a essere stato minacciato di morte, e' stato stato condannato a cinque anni di prigione per istigazione ad atti di rivolta.
L'accusa e' stata sospesa dopo dieci mesi di prigionia anche grazie alle pressioni dell'ong Amnesty International.
(Red/ Dire)
|