"Pechino ha cercato di ridurre a silenzio vedova Liu Xiaobo"
Roma, 12 lug. - "Questa e' una notizia meravigliosa": cosi' dichiarato Patrick Poon, ricercatore di Amnesty International sulla Cina, dopo che Liu Xia, vedova del Nobel per la pace Liu Xiaobo deceduto nel 2017, ha potuto lasciare la Cina.
"La persecuzione e la detenzione illegale di Liu Xia e' giunta alla fine, quasi un anno dopo la prematura morte del marito" ha sottolinea Poon. "In tutti i modi le autorita' di Pechino hanno cercato di ridurla al silenzio ma lei, nonostante gli otto anni di arresti domiciliari illegali e le cattive condizioni di salute, non si e' mai arresa".
Il ricercatore di Amnesty ha continuato: "Ora deve cessare la persecuzione nei confronti dei familiari di Liu Xia rimasti in Cina. Non vorremmo che ora le autorita' cinesi esercitassero pressioni su di loro per impedirle di parlare dall'estero". Liu Xia era agli arresti domiciliari da quando, nel 2010, suo marito Liu Xiaobo fu insignito del premio Nobel per la pace, che non pote' mai ritirare perche' era in prigione. Per tutta la durata degli arresti domiciliari, Liu Xia ha potuto comunicare via telefono solo con gli amici piu' stretti e in circostanze limitate.
(Red/ Dire)