Venezuela, Yamile Saleh: Aiutate mio figlio 'Sakharov' detenuto
Alla 'Dire' madre Lorent, prigioniero premiato da parlamento Ue
Roma, 21 giu. - "Aiutatemi a salvare mio figlio, ve lo chiedo come madre e come venezuelana": e' l'appello, rilanciato ai microfoni dell'agenzia 'Dire', di Yamile Saleh, madre di Lorent Saleh, 29 anni, da quattro nelle carceri di Caracas, Premio Sacharov del Parlamento europeo per la liberta' di pensiero.
"Ho fede e speranza che con l'aiuto del mondo possiamo ridare la liberta' a mio figlio, perche' se la merita" sottolinea Yamile: "Ha subito quattro anni di ingiustizie e oggi non ha ancora potuto avere un'udienza di fronte al giudice; ci sono stati 50 incontri preliminari e poi sempre rinvii".
E il ruolo del Vaticano, gia' mediatore nei colloqui tra il governo del presidente Nicolas Maduro e l'opposizione? "Come donna di fede e come credente - risponde Yamile - confido nel Papa perche' si impegni per la liberta' non solo di mio figlio ma anche di Leopoldo Lopez e di tutti i prigionieri politici del Venezuela".
Saleh e' stato arrestato nel 2014, dopo che come presidente dell'ong Juventud Activa Venezuela Unida si era battuto per la liberazione di 13 detenuti anche con uno sciopero della fame di fronte alla sede dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa). Secondo Yamile, ospite oggi dell'Ufficio del Parlamento europeo a Roma, "un ruolo nel suo arresto e' stato ricoperto dal presidente della Colombia Juan Manuel Santos che lo consegno' al Venezuela e che ora, da Premio Nobel per la pace, dovrebbe ritrattare e ammettere il suo errore".
Dopo l'arresto Saleh e' stato detenuto in due centri del Servicio Bolivariano de Inteligencia Nacional (Sebin): per 26 mesi a La Tumba e poi, ancora oggi, all'Helicoide. L'accusa nei suoi confronti sarebbe di aver favorito l'addestramento di forze paramilitari e di aver pianificato attentati contro il Venezuela.
(Red/ Dire)
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