Ospitarono prigioni segrete nell'ambito della lotta al jihad
Roma, 7 giu. - La Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha condannato la Lituania e la Romania per aver permesso ai funzionari della Cia, operanti in prigioni tenute segrete nei due Paesi europei, di maltrattare e torturare due prigionieri di origine araba.
I due, Abu Zubaydah e Abd al-Rahim al-Nashiri, ora detenuti nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo, erano stati catturati nel 2001 poiche' sospettati di aver collaborato con Al-Qaeda agli attentati terroristici dell'11 settembre negli Stati Uniti.
La Cedu ha anche obbligato i due governi a versare un risarcimento di 100mila euro a ognuno dei querelanti. Questi ultimi, stando alla nota diffusa dalla Corte, hanno denunciato Lituania e Romania in quanto, prima del trasferimento a Guantanamo, le rispettive autorita' avevano "consentito alla Cia di trattenerli segretamente sul proprio territorio, per sottoporli a torture e varie forme di violenza fisica e morale, e privandoli di ogni contatto con le loro famiglie e con il mondo esterno".
Il caso riapre la vicenda dei "centri di detenzione straordinaria" che la Cia a partire dal 2001 ha installato in vari Paesi per interrogare i sospettati nell'ambito della lotta ai gruppi jihadisti. Non e' la prima volta che la Cedu condanna un Paese europeo: nel 2012 fu aperto un procedimento analogo contro la Polonia, accusata di aver taciuto di fronte alle pratiche come il "waterboarding". Nel 2014 Varsavia fu condannata, non essendosi dimostrata estranea alle accuse.
(Red/ Dire)