Roma, 25 gen. - Si sono conclusi con una condanna a 13 anni di reclusione e un ergastolo i processi a carico di due ex funzionari della compagnia statale PetroVietnam, entrambi accusati di corruzione.
Una vicenda giudiziaria che la stampa internazionale interpreta in due modi: da un lato, e' nel solco della linea dura promessa dal governo contro la corruzione e il cattivo uso di denaro pubblico, soprattutto nel settore bancario ed energetico. Da un altro, una sorta di "purga" degli oppositori dell'attuale fazione del Partito comunista (e unico partito che la legge riconosce) che ha guadagnato la maggioranza di governo. Come spiega l'emittente britannica 'Bbc', vari personaggi un tempo "intoccabili", e che si sarebbero arricchiti nel periodo in cui il premier Nguyen Tan Dung era in carica (dal 2006 al 2016), starebbero ora affrontando processi severi.
A dover scontare 13 anni sara' Dinh La Thang, un ex deputato rimosso dalle sue funzioni nel maggio scorso - sorte che dal 1986 e' toccata solo a due altri politici - in quanto con le sue azioni avrebbe "danneggiato la reputazione del Partito".
Carcere a vita per appropriazione indebita invece per Trinh Xuan Thanh, il cui nome era salito alla ribalta dell'attualita' internazionale quando lo scorso anno il ministro degli Esteri della Germania denuncio' le autorita' di Hanoi di aver sequestrato e rimpatriato l'ex funzionario della PetroVietnam, nonostante avesse chiesto - e ottenuto - asilo politico nel Paese europeo.
Thang subito dopo affermo' di essere tornato in Vietnam volontariamente, ma secondo il suo legale tale confessione sarebbe stata estorta con la forza.
(Red/Dire)