(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 18 gen. - Il 99 per cento delle imprese industriali italiane hanno ancora difficolta' a proiettarsi verso l'Africa e per questo devono essere "facilitate e accompagnate": cosi' Laura Frigenti, direttore dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).
L'occasione e' stato un incontro a Roma dedicato al Piano Ue di investimenti esterni, in particolare per l'area mediterranea e subsahariana. Secondo Frigenti, intervenuta alla Farnesina, nei suoi primi due anni di vita l'Agenzia "ha adottato in pieno il principio che il settore privato e' soggetto di cooperazione, propositore".
"Ci siamo dati da fare per stabilire come il settore privato potesse essere stimolato nella prospettiva dell'Agenda di sviluppo sostenibile" la premessa di Frigenti. Convinta che a oggi il dato sulla crescita italiana negli investimenti in Africa, con la conquista di un terzo posto mondiale, vada in realta' disaggregato: "Vediamo che abbiamo giganti industriali che fanno grandi investimenti ma che il 99 per cento del nostro tessuto industriale e' costituito da imprese piccole e medie che fanno fatica ad avere una proiezione internazionale verso l'Africa e il Mediterraneo e che ora deve essere facilitato e accompagnato".
Sulla base di questo assunto, gli impegni di Aics. "Cerchiamo di lanciare un ponte verso il settore privato - spiega Frigenti - per far si' che questo modello di Pmi che tanto ci e' invidiato sia attratto a investire e a dare modelli organizzativi di business approach e business development in Paesi dove potrebbero essere piu' organici".
Il direttore dell'Agenzia ricorda che nel 2017 l'Aics ha lanciato un bando per il settore privato raccogliendo 25 proposte di progetti, firmati da imprese grandi, piccole e perfino start up. "Con questo modello pilota stiamo valutando i risultati e nel 2018 manderemo un bando piu' strutturato" sottolinea Frigenti: "Crediamo che il modello industriale italiano abbia una marcia in piu' ma che deve essere aiutato perche' sia possibile replicarlo nei Paese dove noi vorremmo fosse replicato".
La caratteristica chiave dei progetti da sostenere? "Profit e no profit lavorino insieme - risponde Frigenti - per un modello di sviluppo inclusivo".
(Red/ Dire)