Il parere al rientro dalla visita in Birmania e Bangladesh
Roma, 22 feb. - "L'esodo di massa" di persone di etnia rohingya seguito alle "violazioni dei diritti umani" renderebbe necessario "rivedere le relazioni con il Myanmar, fondate su una politica di incentivi e disincentivi in ogni settore, e applicando severe condizioni": lo ha dichiarato la delegazione di eurodeputati della sottocommissione Diritti umani, al termine di una visita di cinque giorni in Myanmar e al confine con il Bangladesh per osservare l'evolversi della situazione geopolitica nella regione.
"Il Parlamento europeo nutriva delle preoccupazioni sulla situazione dei diritti umani in Myanmar, e dopo la visita tali timori permangono", ha detto l'eurodeputato Antonio Panzeri (S&D), a capo della delegazione, cosi' come si legge in una nota pubblicata sul portale del Pe. "La situazione si sta deteriorando rapidamente e con evidenza in varie regioni- ha aggiunto- e sta influenzando vari gruppi culturali, etnici e religiosi, nonche' giornalisti e difensori dei diritti umani".
Gli eurodeputati denunciano "l'espulsione dei Rohingya dalle proprie terre, e le persecuzioni di cui sono vittima". Avendo visitato anche il campo profughi di Cox's Bazar, nel vicino Bangladesh, dove si calcola che risiedano circa 650mila persone di questa etnia, riferiscono di "terribili condizioni" per i profughi.
Per questo i delegati Ue chiedono la "piena implementazione dell'Accordo di rimpatrio tra Myanmar e Bangladesh del 23 novembre, con garanzie che includano il forte coinvolgimento dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr)". Poi, "la modifica della legge del 1982 sulla cittadinanza, per risolvere il problema delle persone senza nazionalita'". Quanto ai diritti umani, esortano il governo birmano a "monitorare efficacemente la situazione, favorendo anche l'accesso agli aiuti umanitari nello stato di Rakhine". Qui, dove si concentra la comunita' rohingya, viene sollecitata "un'inchiesta indipendente e internazionale sulle violenze di massa compiute da fine agosto 2017, in modo da assicurare la garanzia del diritto ed evitare l'impunita'".
I rappresentanti di Bruxelles, che hanno intrattenuto colloqui con esponenti di governo e della societa' civile birmana, testimoniano "le grandi difficolta' che la transizione verso la democrazia sta incontrando" in questo paese.
"La delegazione sostiene tale transizione- si legge ancora- e la considera un pilastro essenziale per riformare la policy, in modo da permettere al paese di raggiungere quello che merita". Vale a dire, "sviluppo democratico basato sul rispetto per i diritti e le liberta' fondamentali".
Purtroppo, la situazione attuale secondo gli eurodeputati non consentirebbe "di guardare con fiducia a questo obiettivo, dal momento che il processo ha subito un rallentamento e c'e' un rischio concreto di tornare al passato": "dal nostro punto di vista sarebbe invece nell'interesse del paese accelerare le riforme democratiche e costituzionali", hanno concluso.
(Red/ Dire)