Commissione Ue: 236 mln di occupati, +1,7% in un anno
Dati contenuti nell'analisi relativa al terzo trimestre del 2017
Roma, 15 feb. - Dall'ultima analisi trimestrale dell'occupazione e degli sviluppi sociali in Europa emerge che nel terzo trimestre del 2017, sostenuta da una solida crescita economica, l'occupazione nell'Ue ha registrato un aumento molto superiore al previsto, mentre le cifre relative alla disoccupazione sono calate ulteriormente. Lo riferisce, attraverso una nota diffusa oggi, la Commissione europea.
Marianne Thyssen, commissaria per l'Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilita' dei lavoratori, ha commentato: "L'Europa e' tornata a crescere. Nell'Ue l'occupazione ha raggiunto il livello piu' alto mai registrato, con piu' di 236 milioni di persone occupate, mentre la disoccupazione e' in costante calo. Dovremmo sfruttare al massimo questa dinamica economica positiva e offrire ai cittadini diritti nuovi e piu' efficaci, come stabilito nel pilastro europeo dei diritti sociali: condizioni di lavoro eque, accesso paritario al mercato del lavoro e protezione sociale dignitosa. È giunto il momento di garantire che tutti i cittadini e i lavoratori possano beneficiare di queste evoluzioni positive del mercato del lavoro".
Rispetto all'anno precedente, l'occupazione nell'Ue e' aumentata dell'1,7%, che equivale a 4 milioni di occupati in piu', di cui 2,7 milioni nella zona euro. Il maggiore contributo a questa crescita viene dai posti di lavoro a tempo indeterminato e dall'occupazione a tempo pieno: tra il terzo trimestre del 2016 e il 2017, il numero di lavoratori con contratti a tempo indeterminato e' cresciuto di 2,8 milioni, un aumento di tre volte superiore a quello dei contratti a tempo determinato (900000). Il numero di lavoratori a tempo pieno e' cresciuto di circa 3 milioni fino a raggiungere i 181 milioni, mentre i lavoratori a tempo parziale hanno registrato un aumento di 300mila unita' fino a raggiungere i 42,7 milioni.
Il tasso di occupazione nell'Ue per la fascia d'eta' 20-64 anni e' aumentato costantemente nel corso degli ultimi tre anni, attestandosi al 72,3% nel terzo trimestre del 2017: si tratta del tasso piu' alto mai registrato. Permangono tuttavia grandi disparita' tra gli Stati membri. I tassi di occupazione nazionali variano dal 58% della Grecia all'82% della Svezia. Dalla relazione emerge inoltre che la disoccupazione nell'Ue si sta avvicinando a ritmo costante ai livelli precedenti alla crisi.
Dopo il picco registrato nell'aprile 2013, il numero di disoccupati e' calato di circa 8,6 milioni ed e' rimasto al di sotto dei 18 milioni nel dicembre 2017, il livello piu' basso registrato dal novembre 2008.
Dalla relazione trimestrale emergono ulteriori dati relativi al mercato del lavoro che confermano il miglioramento dello stato di salute dell'economia nell'Ue: la produttivita' del lavoro nell'Ue e' aumentata dello 0,8% rispetto al terzo trimestre del 2016. La piu' forte crescita si e' registrata in Lettonia, Lituania, Polonia e Romania (del 3% o superiore rispetto all'anno precedente); la situazione finanziaria delle famiglie dell'Ue ha continuato a migliorare con un tasso di crescita di circa l'1,5% rispetto all'anno precedente, dovuto principalmente a un aumento del reddito da lavoro. In quasi tutti gli Stati membri si e' registrato un aumento del reddito famigliare nell'anno che precede la prima meta' del 2017. Ciononostante, in numerosi paesi, come Croazia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna e Paesi Bassi, il reddito disponibile lordo delle famiglie si e' attestato ancora a un livello inferiore a quello del 2008; la domanda di lavoro e il deficit di manodopera hanno continuato ad aumentare. Nel terzo trimestre del 2017 il tasso generale dei posti di lavoro vacanti nell'Ue ha raggiunto il 2% ed e' stato superiore nel settore dei servizi rispetto a quello dell'industria e delle costruzioni. Il deficit di manodopera e' aumentato, e le assunzioni si sono riprese (crescita del 3,7% nell'anno precedente al secondo trimestre del 2017). L'indice di cessazione dei rapporti di lavoro e' calato fino a raggiungere livelli ben al di sotto di quelli precedenti alla crisi, mentre l'indice degli avviamenti al lavoro ha registrato un'accelerazione della ripresa negli ultimi trimestri e si e' avvicinato al suo valore precedente alla crisi.
(Red/ Dire)
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