Roma, 8 feb. - "Sono appena arrivato a Taiz, in Yemen, dove supportiamo diversi ospedali su entrambi i lati del fronte, e quello che ho visto e' stato estremamente scioccante. La situazione e' drammatica e le scene di disperazione sono difficili da sopportare". Questa la testimonianza di Arunn Jegan, capoprogetto di Medici senza frontiere nella cittadina yemenita, diffusa in una nota.
La situazione, secondo l'ong internazionale, sembra particolarmente critica dopo l'intensificarsi del conflitto lungo tutta la linea del fronte intorno alla citta': "Oggi Taiz e' una delle zone dove il conflitto e' piu' intenso e i bisogni umanitari delle persone sono drammaticamente alti", ha aggiunto il responsabile.
Alla fine di gennaio le equipe di Medici senza frontiere hanno trattato piu' di 117 feriti di guerra in soli tre giorni e il numero continua a crescere. Da quando il conflitto si e' intensificato, i pronto soccorso e le sale operatorie si sono riempiti di feriti e arrivano anche 70 pazienti in un solo giorno. Msf ha trattato persone con ferite da arma da fuoco, schegge di proiettile e mine. Lo staff dell'ospedale ha lavorato senza sosta negli ultimi giorni per cercare di stabilizzare i feriti. Alcuni ce l'hanno fatta, altri no.
"Quando sono arrivato il 24 gennaio- prosegue Jegan- la violenza ha avuto un'escalation tutto intorno alla citta' e gli ultimi giorni sono stati straordinariamente pesanti. La cosa peggiore, e' che questa e' la vita quotidiana delle persone di qui".
Msf riporta la storia di una madre di cinque figli: il figlio piu' giovane, di 16 anni, e' stato ferito da una scheggia di proiettile mentre giocava a calcio. La donna ha dovuto vendere i suoi gioielli per pagare il trasporto in ospedale, gli stessi gioielli che stava risparmiando per il futuro dei suoi figli, non per salvare la loro vita. Il ragazzo e' riuscito ad arrivare all'ospedale e ora e' in condizioni stabili.
In Yemen ci sono stati combattimenti costanti da quando e' scoppiato il conflitto tre anni fa e la situazione non sta migliorando. Le persone in citta' hanno paura di lasciare le loro case, ma lo staff di MSF fa di tutto per trattare i feriti e continua a prestare soccorso. Nel frattempo dagli ospedali arrivano richieste di donazioni di sangue e sacchi per cadaveri.
Infine, Msf continua a chiedere a tutte le parti in conflitto di rispettare l'azione medica e garantire la sicurezza delle strutture sanitarie e l'accesso per tutte le persone che hanno bisogno di cure.
(Red/ Dire)