Parla l'amministratore dell'azienda tessile: qui si puo' crescere
Roma, 8 feb. - "Nel nostro asilo accoglieremo ora anche i bimbi di quattro e cinque anni, un segno di rispetto per le mamme e le famiglie dei lavoratori" spiega alla DIRE Pietro Zambaiti, amministratore delegato di Za.Er., la prima azienda tessile industriale d'Eritrea.
Per i figli dei dipendenti, circa 550, accanto ai capannoni di Asmara gia' da tempo c'e' un servizio di assistenza e scolarizzazione. "Seguiamo 500 bambini, la meta' dei quali pero' in strutture esterne" calcola Zambaiti: "Copriamo i costi per garantirgli un percorso sicuro fino alle medie e magari alla Scuola italiana, l'istituto del nostro ministero degli Esteri, che ha standard di alta qualita' ma anche test di ingresso impegnativi".
All'interno dell'asilo di Za.Er, una sigla che sta per Zambaiti Eritrea, troveranno posto anche i bambini che hanno gia' compiuto i tre anni. "E' un impegno apprezzato dai giornali locali, che scrivono di noi almeno una volta al mese" sottolinea l'amministratore delegato. Fu suo padre, nel 2004, a rilevare per la cifra simbolica di un dollaro il terreno del Cotonificio Barattolo, storico ma anche ormai al collasso: "I macchinari erano inservibili e allora portammo i nostri, con l'impegno di continuare a investire in know-how per rilanciare produzione e lavoro" ricorda Zambaiti. I risultati sembrano dargli ragione.
Oggi Za.Er. produce oltre 360.000 chilogrammi di filo ritorto l'anno, utilizzando solo cotone di Paesi africani, dal Burkina Faso al Mali, dalla Costa d'Avorio all'Uganda. "L'85 per cento dei nostri dipendenti sono donne, impiegate nei reparti di confezione camicie e dell'abbigliamento da lavoro o nella filatura" sottolinea Zambaiti. Convinto che l'Eritrea, nonostante le partenze dei migranti e le accuse di diritti violati rilanciate dalla stampa internazionale, abbia tanto da offrire: "E' il primo Paese dell'Africa dove l'Italia dovrebbe guardare".
E dopo l'asilo? "Il sogno dei miei genitori e' che un giorno possano essere i nostri dipendenti eritrei ad assumere la guida dell'azienda" risponde Zambaiti. "Un aiuto puo' venire dalla Scuola italiana, un'altra eccellenza in un Paese da riscoprire".
(Red/ Dire)