A guidare la 'lista nera' di 16 paesi lo Yemen e il Sud Sudan
Roma, 1 feb. - La sicurezza alimentare nelle zone colpite da conflitto continua a deteriorarsi, e lo sforzo per portare cibo e sostegno ai mezzi di sussistenza nelle comunita' colpite rimane di estrema importanza, hanno affermato la Fao e il Wfp al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
L'ultimo rapporto per il Consiglio sull'insicurezza alimentare copre 16 Paesi: Afghanistan, Burundi, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Guinea-Bissau, Haiti, Iraq, Libano (per la situazione dei rifugiati siriani), Liberia, Mali, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Repubblica Araba Siriana, Ucraina e Yemen, oltre alla regione transfrontaliera del bacino del lago Ciad.
In meta' di queste zone, fa notare il rapporto, un quarto o piu' della popolazione e' colpita da situazioni di insicurezza alimentare a livello di "crisi" o di "emergenza", secondo le categorie della scala Ipc per la classificazione dell'insicurezza alimentare. Nello specifico: Yemen, 60 per cento della popolazione colpita (17 milioni); Sud Sudan, 45 per cento (4,8 milioni); Siria, 33 per cento (6,5 milioni); Libano, 33 per cento (1,9 milioni); Repubblica Centrafricana, 33 per cento (1,1 milioni); Ucraina, 26 per cento (1,2 milioni); Afghanistan, 25 per cento (7,6 milioni); Somalia, 25 per cento (3,1 milioni).
Ma questi non sono gli unici paesi a destare una seria preoccupazione. Nella Repubblica Democratica del Congo - dove la grave situazione di insicurezza alimentare e' stata adombrata da crisi in altre regioni dell'Africa - la situazione si sta rapidamente deteriorando, avvisa il rapporto: l'11% della popolazione e' in fase IPC di "crisi" o superiore, con fino a 7,7 milioni di persone colpite da una situazione di fame acuta.
In Sudan, 3,8 milioni di persone sono in fase Ipc di "crisi" o superiore; in Iraq 3,2 milioni di persone; 2,9 nel bacino del Lago Ciad; 1,8 e 1,3 milioni rispettivamente in Burundi e Haiti.
C'e' un elemento comune a tutte le differenti situazioni di insicurezza alimentare nei 16 paesi monitorati: il conflitto.
L'intensificazione dei conflitti e' la causa principale alla base del recente aumento della fame nel mondo dopo decenni di costante declino, secondo l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sulla sicurezza alimentare globale.
Il numero di persone colpite dalla fame e' salito a 815 milioni nel 2016, quando nel 2015 erano 777 milioni sottolinea il rapporto pubblicato lo scorso ottobre. La maggior parte degli affamati - 489 milioni di persone - vive in zone di conflitto.
(Red/ Dire)