La protesta di 'metoo' coinvolgerebbe anche studentesse a Pechino
Roma, 1 feb. - Le donne cinesi si sono unite alla mobilitazione che, partita dall'hashtag #MeToo, sta denunciando comportamenti sessisti e molestie in tutto il mondo, ma la protesta non sarebbe sfuggita alla censura di Pechino.
Secondo 'Study international', un portale di informazione specializzato nelle notizie sui giovani universitari, il movimento si e' diffuso soprattutto tra le studentesse che hanno denunciato abusi da parte di professori, alcuni dei quali poi espulsi dagli atenei.
Sull'ondata delle proteste, il ministero dell'Istruzione ha affermato che avrebbe promosso una politica di "tolleranza zero" e nuove misure di prevenzione contro gli abusi.
Secondo il quotidiano americano 'New York Times', pero', il governo ha cercato di limitare la diffusione del movimento sui social media, bloccando espressioni come "anti-molestie sessuali" e cancellando petizioni.
Alcune attiviste sono state anche ammonite dai professori, ha raccontato al 'New York Times' Xiao Meili, laureata in Comunicazione a Pechino. I docenti, secondo Meili, hanno consigliato alle studentesse di non parlare apertamente per evitare di essere percepite come "traditrici" coinvolte in rapporti con "forze straniere ostili".
(Red/ Dire)