Roma, 20 dic. - "No" alle esportazioni di armi dall'Italia verso teatri di conflitto, a cominciare dallo Yemen, oggi ostaggio di "una catastrofe umanitaria": cosi' all'agenzia 'Dire' Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa e della Federazione internazionale delle societa' di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.
L'intervista si e' tenuta poche ore dopo l'entrata in vigore di una tregua nell'area di Hodeida, il porto sul Mar Rosso nella morsa dei combattimenti tra le forze fedeli al presidente Abdrabbuh Mansur Hadi e la coalizione a guida saudita che le sostiene, da una parte, e i ribelli houthi legati all'Iran, da un'altra.
Fonti di stampa concordanti hanno riferito questa mattina di prime violazioni del cessate il fuoco, con scontri a est di Hodeida, un polo cruciale per la consegna degli aiuti alla popolazione civile, messa alla prova da oltre tre anni di conflitto.
Secondo Rocca, la tenuta della tregua e' uno snodo decisivo. "Nello Yemen viviamo una catastrofe umanitaria" ha sottolineato il presidente della Croce Rossa. "Serve un impegno serio della comunita' internazionale per persone che hanno un disperato bisogno di tutto a causa del blocco".
Qui, allora, si inseriscono le scelte di Roma. "Mi auguro - ha detto Rocca - che l'Italia voglia rispettare in pieno l'impegno solenne assunto con la firma del Trattato sul commercio delle armi". Il riferimento e' all'Arms Trade Treaty, strumento giuridico di portata globale che stabilisce i criteri per l'autorizzazione o la proibizione di trasferimenti di armi convenzionali. Le esportazioni contestate coinvolgono una fabbrica sarda di Rwm, societa' del gruppo tedesco Rheinmetall, e sono dirette all'Arabia Saudita.
Secondo stime diffuse a livello internazionale, a causa della guerra e anche dell'isolamento imposto dalle forze a guida saudita circa 14 milioni di yemeniti sono a rischio carestia.
(Red/ Dire)