Roma, 13 dic. - "Il Global Compact riconosce che le migrazioni contribuiscono allo sviluppo ma ha molti limiti, a cominciare dal fatto che non e' vincolante e vivra' dunque solo della volonta' politica degli Stati": cosi' all'agenzia 'Dire' Roberto Sensi, rappresentante di Action Aid Italia alla conferenza di Marrakech.
La premessa dell'attivista e' che per valutare l'accordo, sottoscritto oggi da oltre 160 Paesi, vada anzitutto considerato il contesto. "Arrivare alla firma e' stato di per se' positivo" dice Sensi, confermando che il rischio era non trovare affatto una piattaforma condivisa. Il riferimento e' anche alle dichiarazioni di politici dell'Italia, uno dei Paesi che non hanno aderito. "C'e' chi ha sostenuto che il Global Compact obbligasse ad accogliere tutti i migranti" dice Sensi: "Una vera e propria fesseria".
Nel documento, invece, ci sono affermazioni di principio. "La piu' rilevante - sottolinea l'attivista - e' forse il riconoscimento che le migrazioni hanno un ruolo positivo per lo sviluppo e che dunque non vanno fermate ma solo regolate affinche' siano assicurati i diritti umani di chi parte".
Secondo Sensi, d'altra parte, il limite principale del Global Compact e' il suo carattere di "soft law", non vincolante. "E' la conseguenza del fatto che durante il negoziato ha prevalso la linea del compromesso e della mediazione al ribasso" sottolinea l'attivista. Convinto che quest'impronta si riconosca in piu' di un articolo: "Rispetto al tema della detenzione dei migranti, della criminalizzazione della solidarieta' e dell'esternalizzazione delle frontiere il Global Compact e' molto timido".
Le deleghe ai Paesi di transito per arrestare i flussi, con le "violazioni tremende" accertate ad esempio nei campi libici, resterebbero fuori dell'accordo. Anche per questo il Global Compact e' sotto un fuoco incrociato, sottolinea Sensi: "A contestarlo non sono solo i governi di Stati Uniti, Australia, Italia e degli altri paesi assenti a Marrakech, ma anche le organizzazioni della societa' civile impegnate per la difesa dei diritti umani".
(Red/ Dire)