Roma, 26 apr. - "Miguel Diaz-Canel e' un fantoccio; non decide nulla perche' il potere ce l'ha il Partito comunista, che restera' nelle mani di Raul Castro fino a quando non morira'": a parlare con l'agenzia DIRE e' Blanca Reyes, fondatrice delle 'Damas de Blanco', il movimento per la liberazione dei detenuti politici a Cuba.
"Diaz-Canel non dirigera' proprio nulla" insiste Reyes: "E' stato scelto solo perche' Raul capisce che suo figlio Alejandro Castro Espin, un ufficiale dell'esercito, non ha la forza per essere il presidente di Cuba".
La fondatrice delle 'Damas de Blanco' risponde al telefono da Miami, dove vive con il marito, Raul Rivero Castañeda, poeta e dissidente, firmatario nel 1991 della "lettera dei dieci intellettuali" per il rilascio dei prigionieri politici. Con la DIRE parla dei cubani "che sperano sempre" ma anche di "una dittatura dinastica", quella dei Castro, che non avrebbe intenzione di lasciare neppure dopo 60 anni al potere.
E il discorso di Diaz-Canel, che si e' detto impegnato a "proseguire la rivoluzione" ma anche ad "aggiornarne" il sistema economico"? "Il sistema che continuera' e' quello del controllo poliziesco, l'unico in grado di sorreggere un governo che ha perso anche i suoi ultimi sostenitori internazionali" risponde Reyes. Il riferimento e' anzitutto al Venezuela "bolivariano", orfano di Hugo Chavez e ostaggio con Nicolas Maduro di una crisi allo stesso tempo economica, sociale e politica.
Reyes ricorda gli incontri nella chiesa di Santa Rita, all'Avana, e le marce domenicali cominciate dopo l'arresto di suo marito e di altri 75 dissidenti nella "primavera nera" del 2003. Per quell'impegno, come rappresentante delle 'Damas', nel 2006 era stata insignita del Premio Sakharov del Parlamento europeo. A Strasburgo aveva raccontato che a muovere le attiviste era stato "l'amore per i loro compagni" e, allo stesso tempo, "il dolore e l'ingiustizia".
A 55 anni, oggi spiega che e' importante continuare a testimoniare e denunciare, anche le complicita'. "I giornalisti stranieri accreditati all'Avana non documentano piu' le marce delle 'Damas'" accusa: "Come l'Europa, preferiscono evitare lo scontro con il governo".
(Red/ Dire)