E a pochi giorni da elezioni c'e' chi teme controllo politico
Roma, 12 apr. - Chissa' come reagira' Mark Zuckerberg alla notizia che il governo egiziano ha lanciato Egypt Face, una versione in tutto e per tutto uguale a Facebook, ma in chiave egiziana. Stessa interfaccia grafica, stesse modalita' d'impiego e soprattutto stessi obiettivi: creare un social in grado di mettere in contatto una rete di utenti la piu' ampia possibile per veicolare pensieri, contenuti multimediali nonche' messaggi pubblicitari.
L'Egitto sin dall'arrivo del web ha mostrato di avere una tra le popolazioni piu' appassionate non solo tra i Paesi arabi, ma anche a livello mondiale. E con l'arrivo di Facebook nel 2004 gli internauti egiziani non si sono fatti attendere, al punto che oggi, su una popolazione di 95 milioni di persone in 35 milioni hanno un loro profilo, secondo il portale Internet World Stats.
La notizia del lancio della nuova piattaforma e' stata data due settimane fa dal ministro delle Comunicazioni, Yasser Al-Qadi, e oggi secondo la stampa africana il gemello di Facebook conterebbe piu' di 500 iscritti.
Le differenze col prodotto di Zuckerberg, proseguono le fonti, ci sono, ma non vanno a vantaggio della versione egiziana: le lingue offerte all'utente ad esempio sono solo tre - arabo, francese e inglese - mentre Facebook offre quasi la totalita' delle lingua ufficialmente riconosciute: 140.
E le speculazioni sul perche' il Cairo abbia lanciato un simile progetto non si sono fatte attendere: oltre a chi - sul "vero" Facebook - ha iniziato a farsi beffe del nuovo social con battute e vignette, ci sono anche quotidiani e analisti che avanzano ipotesi dal sapore "politico".
Non e' un mistero che molti studiosi abbiano attribuito a internet e soprattutto Facebook la rapidita' con cui sono state organizzate le manifestazioni di piazza Tahrir, nel 2011, che hanno contribuito alla fine del regime trentennale di Hosni Mubarak. Da allora il Cairo, ma anche altri governi stranieri piu' o meno autoritari, sono ricorsi spesso alla pratica di bloccare internet e i social media in momenti particolarmente tesi della vita del loro Paese.
E' proprio di questi giorni il dibattito sul ruolo di Camrdige Analytica, un'azienda di analisi che violando il profilo Facebook di oltre 50 milioni di statunitensi avrebbe favorito la vittoria di Donald Trump nel 2017. La scelta di lanciare un social network nazionale - peraltro a pochi giorni dalle elezioni presidenziali, al via lunedi' - secondo alcuni potrebbe essere un modo con cui il governo del Cairo vorrebbe estendere il controllo sui propri cittadini, acquisendo informazioni e orientamenti, nonche' "strappare" qualche utente a Facebook.
(Red/ Dire)