Ma le opposizioni temono stretta alla liberta' di espressione
Roma, 5 apr. - Con 123 voti a favore e 64 contrari il parlamento della Malesia ha approvato una legge che prevede fino a 6 anni di reclusione per chi diffonde 'bufale' sul web. La decisione, che ha sollevato un animato dibattito sia dentro che fuori l'aula parlamentare, arriva in un momento delicato nella vita politica del paese: a giorni si attende l'annuncio della data per le elezioni generali, mentre il primo ministro, Najib Razak, e' coinvolto in uno scandalo per riciclaggio da diversi miliardi di dollari.
"Le leggi esistenti sono efficaci, perche' dovremmo aver bisogno di un'altra? Appare come un passo in avanti verso la dittatura. Questa decisione e' molto piu' dell'autoritarismo", il commento in aula di Lim Guan Eng, deputato di opposizione, poco prima del voto.
Oltre alle opposizioni anche diverse associazioni e movimenti della societa' civile hanno espresso preoccupazioni, temendo che con questa nuova legge si voglia "imbavagliare" quella parte della stampa che trattera' dello scandalo in cui e' coinvolto il premier, oppure sia un modo per pilotare le prossime elezioni.
Il ministro promotore del testo, Azalina Othman, ha invece spiegato che i social media come Facebook e Twitter avrebbero dimostrato di non essere capaci di contrastare le fake news.
Inoltre, la legge assegna la competenza a stabilire cosa ricade nella categoria 'fake' non al governo, bensi' ai giudici: "Nessuno e' al di sopra della legge", ha concluso Othman.
(Red/ Dire)