Aziende in crisi dopo che Filippine hanno vietato espatri
Roma, 5 apr. - Come molti Paesi del Golfo, il Kuwait ha una popolazione esigua e la manodopera straniera e' essenziale in vari settori dell'economia, dai lavori domestici all'edilizia. In questi giorni il governo ha allora annunciato che intende "aprire le porte ai lavoratori dall'Etiopia, per far fronte al deficit" e poter cosi' "ridurre i salari".
A spiegarlo alla stampa e' stato Talal Al-Maarifi, del dipartimento per gli Affari interni. Il "deficit" e' seguito alla decisione del governo delle Filippine di vietare ai propri connazionali di espatriare nei Paesi del Golfo per ragioni di lavoro, dopo l'omicidio di Joanna Demafelis, una filippina scomparsa nel 2016 e ritrovata a inizio anno nella cella frigorifera dei suoi datori di lavoro. Il corpo senza vita riportava anche segni di tortura, circostanza che ha spinto i giudici proprio la settimana scorsa a condannare a morte i responsabili dell'omicidio.
Secondo diverse organizzazioni per i diritti umani, le condizioni dei lavoratori stranieri nei Paesi del Golfo sono spesso dure e non e' raro che i diritti vengano violati, complice l'assenza di norme chiare.
Il Qatar e' tra i casi piu' noti: diversi operai impiegati nei cantieri dei mondiali di calcio del 2022 sono deceduti per la fatica, la carenza di cibo e di cure mediche. Nonostante cio', qualche giorno fa l'Etiopia ha eliminato un divieto analogo a quello disposto da Manila. Secondo Maarifi, sono 15mila i lavoratori etiopici gia' residenti in Kuwait.
(Red/ Dire)