(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 28 set. - Oltre cinque milioni di elettori residenti nel Kurdistan iracheno sono chiamati oggi a votare per il referendum consultivo sull'indipendenza della regione.
"Vuoi che la regione curda e le aree curde al di fuori dell'amministrazione regionale diventino uno stato indipendente?" e' il quesito a cui si potra' rispondere "si'" o "no" fino alle 18 di stasera, ora locale.
I risultati sono attesi entro 72 ore dalla chiusura dei seggi. "Oggi e' una giornata storica" ha dichiarato stamane il primo ministro del governo regionale autonomo Nechirvan Barzani, poco dopo essere andato a votare con la famglia nel capoluogo Erbil. "Il popolo del Kurdistan, con tutte le sue componenti che vivono qui, vuole esprimere pacificamente e democraticamente la sua opinione sul proprio futuro" ha poi affermato, aggiungendo che l'indipendenza sara' il frutto di un processo che richiedera' una "negozazione democratica con Baghdad".
Molto diversi i commenti giunti in queste ore dal premier iracheno e dai governi degli altri Paesi che ospitano la popolazione curda.
Sulla sua pagina Facebook, il primo ministro iracheno Haider Al-Abadi ha pubblicato numerose dichiarazioni sul referendum, descrivendolo come un atto "incostituzionale" e "unilaterale".
"Non riconosciamo questa iniziativa, priva di basi legali e legittimita' rispetto alla legge internazionale e alla Costituzione irachena" si legge in una dichiarazione del ministero degli Esteri turco diramata dalla stampa nazionale locale.
Anche l'Iran e' contrario alle azioni che "minano l'integrita' territoriale irachena". Lo ha ribadito in una telefonata del presidente Hassan Rouhani, che ieri sera ha parlato con al-Abadi.
Sulla stessa linea il governo siriano. Secondo quanto riferisce la stampa governativa, il ministro degli esteri, Walid al-Moualem, ha affermato oggi: "Rifiutiamo ogni procedura che conduca alla frammentazione dell'Iraq".
Preoccupazione e' stata espressa anche dal resto della comunita' internazionale. Gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Onu hanno diffidato il Krg, il partito di Barzani, dal tenere il referendum, sostenendo che questo avrebbe potuto indebolire la lotta contro Daech, il cosiddetto Stato Islamico.
Israele e' invece l'unica potenza mediorientale a sostenere la consultazione. La settimana scorsa il primo ministro Benjamin Netanyahu l'ha definita "legittima", e oggi sui social media molte immagini accostano la bandiera curda e quella israeliana.
(Red/ Dire)