Comitato per diritti umani si schiera con nipote di Mohammed VI
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 14 set. - È "un segno dei tempi", un "ritorno agli anni di piombo" l'espulsione del principe marocchino Moulay Hicham dalla Tunisia? A chiederselo, in una nota indirizzata alla stampa dalla sua sede parigina, e' il Comitato per il rispetto delle liberta' e dei diritti dell'uomo in Tunisia.
Il principe marocchino, cugino di re Mohamed VI e soprannominato "principe rosso" per le dure posizioni espresse in passato contro il regno del Marocco, sarebbe stato espulso dalla Tunisia venerdi' scorso e fatto salire su un volo per Parigi.
La polizia tunisina in borghese lo avrebbe prelevato, secondo quanto si legge sulla stampa maghrebina, da un albergo di Gammarth, una delle periferie eleganti di Tunisi. Qui Moulay Hicham avrebbe dovuto partecipare a una conferenza su democrazia, sicurezza e governance promossa dall'Universita' di Standford.
"Moulay Hicham, che risiede negli Stati Uniti per fuggire alle persecuzioni nel suo Paese non ha mai smesso di criticare le scelte politiche del Marocco e di esigere riforme democratiche reali comprendenti l'abolizione dei privilegi del Makhzen e la desacralizzazione della persona del re" scrivono gli attivisti del Comitato. "Siamo tornati al tempo della complicita' tra Marocco e Tunisia, quello degli anni di piombo per i combattenti per la liberta'". Per il Comitato l'episodio ricorda quello del 1972, in cui il sindacalista Houcine Manouzi, condannato a morte dalle autorita' marocchine, fu rapito all'aeroporto di Tunis Carthage e consegnato alla polizia del re Hassan II.
Diverse forze di opposizione e organizzazioni della societa' civile tunisina sono critiche rispetto alla nuova composizione del governo tunisino, a seguito del rimpasto voluto dal primo ministro Youssef Chahed. A preoccuparle e' in particolare il ritorno di ex-ministri di Zine El-Abidine Ben Ali, il cui regime autoritario fu rovesciato al culmine delle proteste popolari del 2010-2011.
(Red/ Dire)