La denuncia di human rights watch per i casi in Oman ed Emirati
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 16 nov. - In Oman e negli Emirati Arabi Uniti le domestiche provenienti dalla Tanzania subiscono molestie e abusi sessuali e forte sfruttamento da parte dei datori di lavoro. Lo denuncia in un report Human Rights Watch (Hrw), spiegando che "migliaia" di queste lavoratrici "affrontano turni troppo lunghi, sono sottopagate e subiscono abusi sessuali e fisici".
"Le donne che sono sfuggite a queste situazioni ci hanno raccontato che la polizia o i funzionari della loro ambasciata, a cui avevano presentato denuncia, le hanno forzate a tornare indietro oppure a rinunciare al loro salario, impiegando mesi per raccogliere il denaro necessario a comprare il biglietto aereo per tornare a casa", come ha spiegato Rothna Begum, ricercatrice per la nota ong.
La maggior parte dei lavoratori immigrati nell'area del Golfo proviene da Paesi asiatici come Filippine, India e Sri Lanka, i cui governi pero' hanno rafforzato i meccanismi di protezione per i propri espatriati. Secondo Hrw l'aumento delle violenze ai danni delle tanzaniane ha origine proprio da questo: il fatto di non godere delle stesse tutele. Alcune di loro si sono viste confiscare il passaporto, o sono state costrette a lavorare fino a 21 ore al giorno. Altre hanno riferito "di ricevere un salario di molto inferiore a quello concordato, o di non riceverne affatto. Altre sono state costrette a mangiare cibo andato a male, a subire insulti o percosse, fino agli abusi sessuali" da parte dei datori di lavoro o dei loro familiari, come si legge nel report.
Hrw denuncia quindi il sistema di leggi dei paesi del Golfo, che limita molto le liberta' e i diritti dei lavoratori stranieri rendendoli quasi ostaggio dei propri datori di lavoro. Le leggi a tutela dei lavoratori non valgono poi per gli immigrati, cosi' come i contratti stipulati in Tanzania. Pecche anche nel sistema giuridico del Paese africano, che non farebbe abbastanza per proteggere i propri cittadini che cercano impiego all'estero.
(Red/ Dire)