Uganda, nel nord che cambia: Tra nozze d'amore e contraccezione
Suor Hellen (comboniane): cose migliorano, ma alcol rovina tutto
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Matany (Uganda), 9 nov. - "Prima i matrimoni erano combinati, ma da una ventina d'anni questa pratica culturale sie' persa e le ragazze sposano chi amano. A volte restano incinte anche prima del matrimonio". Sorride Suor Hellen, con quell'espressione umile ma convinta, forte dei suoi 31 anni di esperienza come infermiera nell'ordine delle suore comboniane. Oggi dirige il reparto di maternita' al St. Kizito Hospital di Matany, nella sua regione natale, la Karamoja, dove al momento "abbiamo circa 22 pazienti tra gestanti e puerpere", dice.
Registrate casi di violenze o abusi? "No, non molti. Ma prima era diverso: se un uomo voleva una donna se la prendeva, spesso con il benestare dei genitori. Oggi c'e' piu' liberta'. Ma le violenze domestiche non mancano". A rendere difficile la vita di queste persone e' l'insicurezza alimentare: le forti siccita' e una transizione forzata dalla pastorizia all'agricoltura sono causa di lunghe carestie. In questa situazione, spiega suor Hellen, l'alcol e' diventato un nemico. "La gente beve molto, convinta che sia un buon sostituto del cibo che manca". Il bicchiere si riempie soprattutto di birra locale, quindi a buon mercato, oppure di whisky fatto in casa, il Waragi. Ce ne sono di mille qualita', tutti molto dannosi per la salute.
"Alcuni ne danno ai figli sin da quando sono piccoli. Ci sono quindi molti alcolisti, e questo genera violenze in casa, gravidanze indesiderate, tumori al fegato... e anche molti suicidi, per la maggior parte sotto i 30 anni. Di recente ne abbiamo contati fino a quattro in un mese. In momenti di difficolta' anche banali, come un litigio, capita che - ubriachi e confusi - ingoino grandi quantita' di pillole oppure l'acido delle batterie. Se sopravvivono, avvisiamo subito gli psicologi e iniziamo un percorso di sostegno. Mandiamo anche persone a parlare nelle comunita' o nelle scuole, per creare consapevolezza".
Suor Rosaria ha lavorato anche a Mapudit nel 2003, nell'attuale Sud Sudan, in piena guerra civile. "Cercavano un'infermiera per quattro mesi, sempre in un ospedale comboniano. Sono rimasta sei anni. E' stata una sfida enorme: le persone non erano assolutamente educate sui temi della sanita'. Ad esempio era molto complicato fargli capire come e quando prendere le medicine. A volte, sulle ricette, dovevo disegnare tante caselle quante erano le somministrazioni, cosi' riuscivano a regolarsi. Quando bombardavano- prosegue la missionaria- la gente si rifugiava in trincee scavate nel terreno. Ma erano piene di serpenti quindi dovevi scegliere: o morire per le bombe o per i morsi dei serpenti!".
Una lunga risata, fragorosa come se ne sentono spesso da queste parti. A lei non capito' mai, ma "con i miei occhi ho visto di peggio". Torna seria, sta ricordando le giovani che ha visitato al St. Kizito, vittime dell'infibulazione ai genitali. "In Uganda non e' una pratica diffusa. Sono a conoscenza solo di un villaggio qui vicino, Tepes. Le ragazze fino a qualche anno fa arrivavano da li' per partorire. A volte morivano. Una volta ricordo di una giovane che venne da noi perche' non riusciva a restare incinta. La penetrazione nelle sue condizioni era impossibile. Aveva paura, il marito era sul punto di ripudiarla. Non so che fine abbia fatto. Ad altre spesso ho chiesto: quando vi tagliano, c'e' un medico che vi assiste? Vi danno antidolorifici? Rispondevano di no. Al dolore si resiste. Per cicatrizzare il taglio (che prevede l'asportazione del clitoride e delle grandi e delle piccole labbra), le giovani mi hanno spiegato che stanno sdraiate per giorni con le gambe chiuse e fasciate strette. Poi lasciano che l'urina coli lentamente: lo considerano un disinfettante e un cicatrizzante. E' terribile".
Ma forse anche a Tepes le cose stanno cambiando. Certo lo sono nel resto della Karamoja, anche dal punto di vista della pianificazione familiare, un argomento prima tabu': "Qui, essendo cattolici, insegniamo la contraccezione naturale. Ma molte ragazze vanno a Moroto - la citta' piu' vicina, ndr - per prendere la pillola o farsi fare iniezioni che bloccano l'ovulazione per qualche mese".
(Red/ Dire)
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