Nel 2016 i fondi stanziati arriveranno a 4,3 mlr di euro
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 30 mar. - "Il perno della nostra azione deve essere rivolto verso il Mediterraneo e L'Africa. È laggiu' la sfida principale del XXI secolo. Aiutare loro vuoi dire aiutare noi". Lo ha spiegato il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Angelino Alfano, intervistato dal quotidiano 'Avvenire', dopo gli ultimi incontri coi vertici dei Paesi africani. "Ricordo bene i loro messaggi, i loro appelli: 'O si cambia tutto o verranno da voi'- ha detto Alfano- Quando hanno fame partono, il problema e' darsi da fare per immaginare soluzioni. In alcuni Paesi africani si comincia a vedere qualcosa che fa sperare, ma tutti dobbiamo fare la nostra parte". Un compito che, per quanto riguarda l'Italia, consiste nel "nuovo Fondo Africa, che abbiamo lanciato due settimane fa". Che ha spiegato cosi': "e' focalizzato soprattutto su Libia, Tunisia e Niger, ma include anche Paesi importanti come Costa d'Avorio, Eritrea, Egitto, Etiopia, Ghana, Guinea, Nigeria, Somalia, Senegal e Sudan".
Duecento milioni "per un obiettivo: stroncare il traffico di esseri umani, per arginare i flussi di migranti irregolari". Secondo Alfano "la linea e' giusta: abbiamo espulso i radicalizzati senza aspettare le sentenze della magistratura e siamo stati 'campioni del mondo' nel salvataggio di vite nel Mediterraneo e di accoglienza a chi scappa da guerre e persecuzioni. Sicurezza e solidarieta' possono camminare insieme. Devono camminare insieme". In questo quadro, ammette il capo della Diplomazia, "il Niger e' uno snodo cruciale". "A breve - ha annunciato - firmero' un accordo importante: rafforzare il controllo delle loro frontiere significa rafforzare indirettamente il controllo della frontiera europea". E l'Europa che si volta dall'altra parte? "Per una volta - la risposta di Alfano ad 'Avvenire'- concentriamoci sulle cose che vanno, sugli obiettivi centrati. C'e' una sensibilita' nuova che si fa largo anche in Paesi europei. Spero sia contagiosa. Con il nostro Migration compact il tema immigrazione e' entrato nell'agenda dell'Unione. Ma non basta. L'impegno europeo deve camminare parallelamente a quello dei Paesi che ricevono i nostri aiuti, i quali devono impegnarsi con maggiore forza nel contenere i flussi migratori".
Anche i bilanci del Governo italiano per la Cooperazione - criticati da alcuni - per il ministro degli Esteri Angelino Alfano sono buoni, "anzi- spiega al quotidiano 'Avvenire'- stanno crescendo. Gli aiuti sono aumentati da 2,1 miliardi di euro del 2012 ai 3,6 del 2015. Non siamo i fanalini di coda. Nella classifica del G7 siamo al quinto posto davanti a Giappone e Stati Uniti. Per il 2016 contiamo di arrivare a 4,3 miliardi. Per raggiungere, alla fine, l'obiettivo ambizioso fissato dall'Agenda 2030 dell'Onu. Ma il problema non sono i fondi- ha aggiunto il titolare della Farnesina - La crisi migratoria sempre drammatica e le emergenze umanitarie che si accavallano e non ci danno tregua sollecitano immediatezza e velocita' di decisione". Positivo dunque per Alfano quanto realizzato a due anni e mezzo dall'approvazione della riforma della cooperazione: "onorato l'impegno assunto al vertice umanitario mondiale di Istanbul di aumentare i fondi per le emergenze umanitarie, che nel 2016 sono cresciuti del 34%. Abbiamo rispettato l'impegno politico e finanziario- ha spiegato ancora il ministro- preso alla riunione di Londra sulla Siria, prevedendo 45 milioni. Il nostro sistema adesso e' tra i piu' avanzati e innovativi al mondo. E stata anche ampliata la collaborazione fra attori pubblici e privati. L'ingresso nel sistema della Cassa Depositi e Prestiti ci permettera' di istituire un fondo di garanzia. E non ci fermeremo qui", la promessa di Angelino Alfano.
(Red/ Dire)