Libia, l'ambasciatore Perrone: A Tripoli cresce fiducia nell'Italia
Secondo diplomatico, crisi si supera coinvolgendo anche Haftar
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 2 mar. - "Riaprire l'ambasciata italiana a Tripoli e' una decisione che ha dimostrato l'alto senso di responsabilita' del nostro Paese nei confronti della Libia e ora ci pone di fronte alla necessita' di essere all'altezza di questa scelta": lo ha detto a 'Voci del Mattino' Giuseppe Perrone, responsabile della sede diplomatica nella capitale nordafricana.
"Devo dire che i libici, in tutti i contatti che ho avuto, hanno manifestato grande apprezzamento e riconoscenza per la nostra presenza fisica nel Paese" ha sottolineato l'ambasciatore nel suo intervento, in onda su 'Radio1 Rai'. "L'hanno interpretata come una testimonianza di affetto, di solidarieta' e di vicinanza in un momento per loro cosi' difficile. Per noi si tratta anche di un capitale politico che dobbiamo spendere nella maniera migliore possibile. Essendo gli unici presenti, siamo anche gli unici interlocutori per il governo e per tutte le autorita' presenti sul terreno. Una condizione che accresce la statura e lo status del nostro Paese, giacche' tutti ci vedono come quelli in grado di contribuire a stabilizzare la Libia".
Secondo l'ambasciatore, c'e' grande fiducia nei confronti dell'Italia. "Ovviamente ci sono anche coloro che non sono contenti della nostra presenza ma sono gli stessi che non gradiscono chi lavora per il dialogo e la stabilizzazione del Paese" ha detto Perrone. "Spesso sui mezzi di informazione si semplifica, riducendo tutto a un confronto tra il governo riconosciuto internazionalmente e il generale Haftar, attivo nell'est del Paese".
L'assunto e' che invece la realta' e' piu' complessa. Secondo l'ambasciatore. "questi sono due elementi dell'equazione ma ci sono altri attori, anche nel settore decisivo della sicurezza, che non sono strettamente riconducibili a queste due entita' e che rivendicano un ruolo nel Paese e nelle sue strutture di sicurezza".
Infine, un appello politico. "Per affrontare efficacemente il problema e' necessario coinvolgere molti interlocutori, cosa non semplice" ha detto Perrone. "Si richiede uno sforzo di volonta' complessivo, che non si riduca ai due attori piu' importanti".
(Red/ Dire)
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