Da un convegno a Roma promosso dagli ambasciatori del continente
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 25 mag. - "Cambiare la percezione che l'Italia ha dell'Africa, perche' il nostro continente non e' solo guerra e malattie, ma cultura e opportunita'". E' questo, per lo scrittore e presidente dell'associazione Le Reseau, Cleophas Adrien Dioma, il senso dell'iniziativa intitolata 'Percezione dell'Africa in Italia'. La tre giorni, organizzata a Roma nella residenza dell'ambasciata d'Algeria, e promossa dal Gruppo degli ambasciatori africani in Italia, ha aperto insieme a una mostra d'arte e fotografia il programma 'Africa Day 2017', in corso fino a oggi, 25 maggio, data in cui ricorre la Giornata dell'Africa. La celebrazione ricorda l'anniversario della fondazione dell'Organizzazione dell'Unita' Africana (oggi Unione Africana). L'incontro, incentrato su percezioni e narrazioni del continente africano in Italia e in Occidente, e' stato anche l'occasione per proporre bilanci sul percorso verso l'integrazione. "Quella dedicata all'Africa e' una giornata importante" ha detto, in un'intervista alla DIRE, l'ambasciatore della Repubblica del Congo Kamara Dekamo Mamadou, decano del Gruppo Africano.
"Il 25 maggio 1963 i capi di stato africani hanno preso l'impegno di un'organizzazione panafricana, che a quel tempo si chiamava Oua, e la sua prima missione era le decolonizzazione dell'Africa; oggi il compito che ci rimane da portare a termine e' quello economico, e' l'integrazione dell'Africa, e' fare in modo da aprire corridoi tra i Paesi, e che le popolazioni circolino liberamente, che ci siano condivisione e sviluppo integrato". In questo senso, secondo il presidente del centro studi e ricerche Idos sull'immigrazione Ugo Melchionda, intervenuto al convegno, un compito che potrebbero darsi l'Italia e gli altri Paesi europei potrebbe essere "capire come i Paesi della Comunita' economica dell'Africa occidentale (Ecowas) e di altre comunita' regionali, come il Mercosur e l'Ansea, possano beneficiare dall'esperienza europea, conoscendo errori e punti di forza della storia comunitaria". Moderata dal politico e giornalista di origine congolese Jean-Leonard Touadi, la discussione e' stata animata da interventi in piu' lingue di scrittori, ambasciatori, rappresentanti delle associazioni, delle istituzioni e della stampa.
Tra gli oratori anche Filomeno Lopes, artista e scrittore della Guinea Bissau. "Prima di pensare a cosa pensano di noi gli Italiani, dobbiamo ragionare su quello che noi pensiamo di noi stessi" ha spiegato alla DIRE. "Dopo l'indipendenza, soprattutto dagli anni '80 a questa parte, i problemi interni sono iniziati a emergere e non c'e' stato piu' un pensiero africano. Gran parte dei problemi che l'Africa vive oggi sono dovuti alla mancanza di un pensiero endogeno. Si e' parlato tanto di imprenditori africani e storie di successo ma non ci siamo chiesti come mai oggi un imprenditore 'soi-disant' africano investe solo nel suo Paese di origine?".
(Red/ Dire)