Venezuela, volontari italiani tamponano crisi sanitaria
Ali (associazione): Manca tutto, da aspirina ad antidepressivi
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 11 mag. - "Da novembre 2016 a oggi abbiamo mandato in Venezuela circa 2.100 chilogrammi di farmaci, 4mila in totale dall'inizio del progetto: in quel paese non si trova piu' neanche l'Aspirina, manca tutto, anche aghi e filo per le suture. Chi ha bisogno di operarsi, deve portare tutto l'occorrente da casa, chiedendo aiuto a parenti e amici". Questa la testimonianza all'agenzia DIRE di Edoardo Leombruni, presidente di 'Ali - Associazione latinoamericana in Italia'. Non migliora la situazione nel paese del Presidente Maduro, colpito nel giro di pochi anni da una devastante crisi economica, a cui e' seguita una paralisi politico-istituzionale che nell'ultimo mese ha portato in piazza milioni di cittadini, stanchi di trovare gli scaffali dei negozi vuoti e rischiare di morire anche per le piu' banali malattie. E le grandi organizzazioni come la Croce rossa internazionale o la Caritas non possono intervenire: sebbene il governo Maduro abbia ammesso l'emergenza sanitaria, la legge del Parlamento non e' stata ratificata, e senza un'esplicita richiesta da parte delle autorita' nessuno dall'estero puo' intervenire. Con buona pace di chi muore anche solo per la mancanza di antibiotici.
L'emergenza viene quindi gestita da piccole associazioni come 'Ali', che fa il possibile per inviare scorte di medicinali piu' comuni e che possono sopportare due mesi di viaggio. "Siamo nati come associazione culturale nel 2004, ma poi nel 2014 abbiamo deciso di intraprendere attivita' umanitarie per rispondere alle richieste della comunita' di venezuelani in Italia, preoccupati per l'aggravarsi della situazione nel loro paese". Quindi la collaborazione con 'Pahpv - Programa de ayuda humanitaria para Venezuela', con sede a Miami, "che si occupa della consegna: in totale le nostre scorte impiegano circa due mesi a raggiungere il Venezuela". Questo perche' il governo ha posto vari ostacoli all'invio di pacchi contenenti alimenti o farmaci nel paese. Il tutto avviene "attraverso risorse nostre ed il contributo volontario di altre associazioni italo venezuelane come 'Alma Criolla' e il 'Circolo culturale Chaikhana'". In Italia, prosegue Leombruni, "raccogliamo donazioni dai cittadini, mentre i farmaci ci vengono regalati da farmacie, ospedali e dal Banco farmaceutico di Milano. Quest'ultimo ha anche attivato una applicazione per Smartphone e Tablet, 'Doline', che consente alle persone di acquistare e donare farmaci per il Sud America. A noi fornisce quelli che noi richiediamo: antibiotici, antipiretici, Analgesici e antiparassitari".
Non molti sanno che una scatola di compresse, se e' stata consumata solo in parte, puo' essere "riciclata". "Non possiamo inviare tutti quei farmaci che necessitano di refrigerazione, quelli contenuti nelle siringhe, o i flaconi gia' aperti", spiega ancora il presidente di Ali. "Ma le compresse in blister, o le confezioni sigillate o monodose si'". Oltre alla fatica di raccogliere farmaci e fondi per finanziare le spedizioni - circa 94 euro per 15 chili - i volontari di Ali devono anche verificare scrupolosamente i medicinali che "non devono essere scaduti, o avere una validita' inferiore ai 4 mesi- spiega ancora Leombruni- Poi, ogni singolo farmaco va annotato in un registro. E' un lavoro lungo, ma deve essere fatto bene per non incorrere in infrazioni alla frontiera, che invaliderebbe l'intera partita".
In Venezuela la carenza di medicinali - come di cibo e altro - ha fatto fiorire il mercato nero. Come denuncia da tempo la stampa sudamericana circolano anche confezioni-truffa: scatole vuote, o pillole che contengono sostanze diverse dal principio attivo. Quanto ai pacchi ordinati via internet, il piu' delle volte vengono intercettati e la merce rubata A pagarne il prezzo piu' alto, i malati oncologici o cronici. Quindi l'appello di Ali: "Servono farmaci per il tumore, il diabete, l'ipertensione o gli antidepressivi, quelli insomma che necessitano della refrigerazione, mentre per la consegna avremmo bisogno di volontari che siano disposti a partire almeno una volta al mese. Quando possibile approfittiamo della disponibilita' di persone del nostro entourage che devono andare in Venezuela per motivi personali. Ma sono casi eccezionali".
(Red/ Dire)
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