Ecco come potrebbero cambiare i rapporti con Usa e Nordcorea
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 11 mag. -Moon Jae-in e' stato eletto nuovo presidente della Corea del Sud con il 41,4% dei voti. Lo hanno riferito con netto anticipo l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap News e le principali emittenti nazionali, che hanno diffuso i risultati dei primi exit poll subito dopo la chiusura dei seggi. Il leader del Partito Democratico, gia' dato per favorito sugli altri 'concorrenti' dai sondaggi degli ultimi mesi, ha superato il suo rivale diretto, il conservatore Hong Joon-pyo, del Liberty Korea Party, che ha ottenuto il 23,3% del totale dei voti. L'elezione a presidente di un membro dello storico partito d'opposizione, il Minju (Partito Democratico di Corea, di centro-sinistra), chiude la tradizionale 'egemonia' politica del centro-destra, rappresentato per un decennio dal Saenuri Party, che nel febbraio 2017, in seguito alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l'ex presidente Park Geun-hye, si e' scisso mutando nome in Liberty Korea Party.
I NUMERI DEL VOTO Secondo l'agenzia Yonhap, il tasso di affluenza alle urne sarebbestato tra i piu' alti degli ultimi vent'anni, con ben il 77,2% degli aventi diritto a essersi recati ad esprimere la propria intenzione di voto; una percentuale maggiore di quella rilevata in occasione delle elezioni presidenziali del 2012, che pure avevano registrato un tasso di affluenza del 75,8%. I dati di affluenza parlano chiaramente di una forte volonta' di cambiamento da parte del popolo sudcoreano, dopo la clamorosa fine della parabola politica di Park Geun-hye, destituita dalla carica di presidente agli inizi di marzo e infine incarcerata con le accuse di corruzione e abuso di potere. Il sessantaquattrenne Moon, un liberal democratico con alle spalle un passato da avvocato difensore dei diritti civili, gia' dalle prime dichiarazioni post-elettorali rilasciate sembra voler rassicurare i propri elettori sulla volonta' di voltare pagina. Il suo impegno, hadichiarato il neo presidente della Repubblica di Corea, sara' quello di "aprire la porta a una nuova era e a un nuovo modo di fare politica".
Il riferimento non e' esclusivamente alle tematiche interne, come la lotta allo strapotere dei chaebol (o conglomerati industriali) e la crisi economica in cui versa il paese, che soffre di un basso tasso di natalita' e indebolimento del welfare, oltre che di un alto tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile. Il neo presidente della Corea del Sud e' intenzionato a rimettere mano anche all'agenda di politica estera, in particolare per quanto riguarda i rapporti con l'alleato statunitense. La Corea del Sud dovra' imparare a dire di no all'America, ha dichiarato Moon, riferendosi in particolare al controverso patto, stipulato tra Washington e la precedente amministrazione sudcoreana, per l'installazione del sistema antimissile Thaad, che ha suscitato forti proteste da parte della popolazione locale e per il quale Seoul, nell'ottica del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dovrebbe impegnarsi a pagare buona parte del conto.
I RAPPORTI CON LA COREA DEL NORD La vittoria di Moon potrebbe inoltre rappresentare una svolta positiva nei rapporti con il vicino nordcoreano. Il leader democratico fu infatti un sostenitore della cosiddetta "Politica del Sole" negli anni del governo del presidente Roh Moo-Hyun, durante il quale Moon ricopri' la carica di capo dello staff, tra il 2003 e il 2008.
(www.lookoutnews.it) (Red/ Dire)