Usa-Nord Corea, analisi ex Sisde: La crisi sta crescendo
Crescendo di provocazioni tra i due Paesi, Cina in imbarazzo
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 4 mag. - Qual e' oggi il rischio concreto dell'escalation militare asiatica? Nel primo di tre approfondimenti dedicati alla crisi in nordcoreana dal portale 'Lookoutnews.it', il direttore del sito Alfredo Mantici, gia' a capo dell'ufficio analisi del Sisde, prova a dare alcune risposte. Secondo Mantici, scenari apocalittici giungono dalla penisola coreana, dove le esercitazioni congiunte Stati Uniti-Corea del Sud-Giappone di marzo e la minaccia di nuove sanzioni non hanno determinato la de-escalation sperata. Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha, infatti, ribadito gli anatemi classici che la propaganda del regime affida da sempre alle pagine del quotidiano ufficiale del Comitato Centrale del Partito dei Lavoratori della Corea del Nord. Si profila dunque un periodo di crescenti tensioni nell'area. Il 25 aprile la Repubblica Popolare della Corea del Nord e' tornata a sfoggiare l'artiglieria pesante per celebrare l'85esimo anniversario della fondazione delle sue forze armate. Per l'occasione il regime di Pyongyang si e' esibito in un'imponente esercitazione nella regione di Wonsan con l'uso di armi pesanti a lungo raggio sotto lo sguardo attento del leader Kim Jong Un. In concomitanza con la parata militare, gli USA hanno fatto approdare nel porto sudcoreano di Busan il sottomarino nucleare armato di missili balistici USS Michigan. Il sottomarino rappresenta l'avanguardia 'dell'armada' aeronavale inviata dal presidente americano Donald Trump nelle acque del Pacifico meridionale con funzioni di deterrenza nei confronti dell'escalation militare del regime nordcoreano.
Attualmente la task force americana dispiegata in queste acque, oltre che dallo Uss Michigan, e' composta dalla portaerei Carl Vinson, da un incrociatore lanciamissili, da due cacciatorpediniere e da due sottomarini di scorta. Le navi stanziano al largo delle Filippine nell'ambito di un'esercitazione congiunta con la Marina giapponese. Il loro arrivo in blocco al largo delle coste coreane e' previsto per i prossimi giorni. Mentre Washington ridistribuisce le pedine militari sulla scacchiera del Pacifico, scrive Alfredo Mantici su Lookoutnews, il confronto dialettico tra la Casa Bianca e la Corea del Nord continua a crescere nei toni. "La Corea del Nord- ha tuonato il 24 aprile il presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante un incontro con gli ambasciatori dei paesi che compongono il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite- rappresenta una minaccia reale per tutto il mondo", "un problema mondiale colossale che noi dobbiamo risolvere in modo definitivo".
Per rendere ancora piu' concreta la percezione della minaccia nordcoreana, la Casa Bianca ha convocato per il pomeriggio di oggi, mercoledi' 26 aprile, un meeting senza precedenti tra tutti i senatori del Congresso e i segretari alla Difesa e agli Esteri, James Mattis e Rex Tillerson, alla presenza del capo degli Stati Maggiori riuniti, il generale Joseph Dunford. Scopo della riunione e' sviluppare una riflessione congiunta sulle prossime mosse che l'amministrazione intendera' prendere nei confronti della Corea del Nord. "L'armata del popolo della Corea- ha proclamato l'organo ufficiale del regime Rodong Sinmun- e' pronta a mettere fine in modo definitivo agli intrighi americani e al ricatto nucleare. Non ci sono limiti alle capacita' di risposta militare dell'Armata del Popolo equipaggiata di armi potenti e precise, inclusi missili balistici montati su sottomarini e armi nucleari miniaturizzate". La diplomazia cinese segue con crescente imbarazzo e preoccupazione l'escalation dialettica e militare. Pechino resta infatti l'ultimo riluttante alleato dell'autocrate Kim Jong Un, dimostratosi in questi ultimi mesi sempre piu' deciso nella corsa al riarmo convenzionale e nucleare.
A seguito di una serie di inutili richiami, adesso il presidente Xi Jinping sembra essere intenzionato a prendere le distanze dal dittatore nordcoreano. Le ultime mosse di Kim Jong Un, inclusa la minaccia di eseguire un sesto test nucleare, hanno convinto Pechino che il leader di Pyongyang e' ormai praticamente indifendibile. L'organo ufficiale del governo cinese, il 'China Daily', in un duro intervento pubblicato il 25 aprile ha sottolineato che e' tempo che Washington e Pyongyang "facciano marcia indietro nella battaglia retorica e diano ascolto alle voci della ragione che chiedono una soluzione pacifica delle controversie reciproche". "Tuttavia- ha ribadito il quotidiano di Pechino- a giudicare dalle parole e dai fatti recenti i leader della Corea del Nord non hanno capito che le sanzioni delle Nazioni Unite non sono dirette contro il governo di Pyongyang, ma contro le sue provocazioni missilistiche e nucleari". I leader nordcoreani "stanno sopravvalutando la loro forza mentre sottovalutano i pericoli che corrono".
Una presa di posizione forte che potrebbe essere il preludio all'accensione della "luce verde" per una possibile iniziativa militare di Washington contro la Corea del Nord. Tutto lascia quindi presumere che se Pyongyang nelle prossime settimane dovesse dare seguito al suo programma nucleare con lo svolgimento del sesto test, o lanciasse un missile balistico nelle acque del Mar del Giappone, la Corea del Nord - abbandonata da Pechino - si esporrebbe a una sicura ritorsione da parte dell'armada inviata da Donald Trump al largo delle coste coreane. A quel punto difficilmente ci si potra' attendere una risposta meditata e razionale da parte di Kim Jong Un, un leader inaffidabile, nevrotico e imprevedibile per come il mondo lo ha conosciuto da quando, alla fine del 2011, e' succeduto al padre Kim Jong Il. Le possibilita' di un confronto militare su larga scala nella penisola coreana si faranno pertanto molto concrete e preoccupanti.
(www.lookoutnews.it) (Red/ Dire)
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