Capo stato a Roma: Meno migranti con sviluppo e tutela ambiente
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 27 lug. - "Ci vuole l'impegno di tutti, dell'Europa e anche degli Stati Uniti, perche' l'Africa non rimanga vittima dell'uso dei combustibili fossili che distruggono il pianeta": risponde cosi' alla DIRE il presidente del Ciad, Idriss Deby, in Italia per discutere di migranti, Libia, ma anche sviluppo e lotta ai cambiamenti climatici.
L'occasione della domanda, con un riferimento all'annuncio di un ritiro statunitense dall'Accordo di Parigi, si presenta al termine dell'incontro tra Deby e il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Nel colloquio si e' discusso ovviamente dell'accordo annunciato a Parigi dal primo ministro tripolino Fayez Al-Serraj e dal generale Khalifa Haftar. C'e' poi il nodo della sicurezza in una regione ampia, che dal Mediterraneo raggiunge i confini meridionali del Sahel. E si e' parlato anche di migrazioni, evidenziando il nesso con le conseguenze del surriscaldamento planetario, particolarmente gravi nella regione sahariana e subsahariana. Per farlo capire Deby e Tajani citano il caso del Lago Ciad, un bacino ormai ridotto a un decimo dell'estensione di 50 anni fa.
"Alla Conferenza di Parigi del 2015 l'Africa ha parlato con una voce sola e sottolineato che senza investimenti rischiamo di restare indietro" spiega il capo di Stato. Convinto che finora sono state tante le dichiarazioni d'impegno in favore della regione subsahariana ma anche che, adesso, siano improcrastinabili interventi concreti.
"Abbiamo bisogno di fondi, dall'Europa e dall'Asia" dice Deby. Che interrogato sull'annuncio di Donald Trump su un ritiro degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi, risponde: "Quello dei cambiamenti climatici e' un nodo planetario, che non riguarda solo l'Europa o l'America; noi africani cerchiamo un compromesso affinche' tutti si impegnino a rispettare le intese".
Rispetto che, secondo Deby, deve accompagnarsi a un programma di investimenti ad ampio raggio. Necessita' condivisa da Tajani, promotore di un "Piano Marshall per l'Africa" che affronti alla radice gli squilibri e le ingiustizie all'origine delle migrazioni. "La parola giusta e' cooperazione" riprende l'ospite ciadiano: "E un Piano Marshall darebbe speranza all'Africa e ai suoi giovani, che oggi partono e muoiono nel Mediterraneo". Temi, necessariamente, al centro questo pomeriggio dell'incontro di Deby con il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni.
(Red/ Dire)