Massacro Srebrenica, a 22 anni 'non dimenticare gli 8mila morti'
Don Sacco (Pax Christi): Guerre anche oggi, e Italia vende armi
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 13 lug. - "11 luglio 1995, massacro di Srebrenica. Oltre 8mila persone uccise e sepolte nelle fosse comuni. È doveroso ricordare e non dimenticare. Soprattutto non dimenticare le vittime". Cosi' don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi, nel 22° anniversario del massacro di Srebrenica, perpetrato durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina.
"Ho avuto modo di incontrare in questi anni alcuni familiari delle vittime di Srebrenica", aggiunge don Sacco. "Sempre quando si guarda a una guerra bisogna partire dalle vittime". Per il sacerdote, bisogna "ricordare pero' che simili tragedie non avvengono 'per caso'. Ci sono delle responsabilita', e ormai dopo 22 anni, volendo, si sanno". Inoltre, e' necessario "ricordare e guardare anche alle guerre di oggi, partendo dalle vittime".
"Perche'- osserva ancora- se le guerre le fanno gli altri, e' piu' facile condannarle. Se siamo coinvolti in qualche modo anche noi e' piu' difficile averne notizia ed e' piu' difficile condannarle: Afghanistan, Iraq, Yemen". "Migliaia di vittime civili in questi ultimi due anni", ricorda don Sacco.
"Bombardamenti da parte dell'Arabia Saudita anche con bombe made in Italy. Da tanto tempo lo denunciamo: bombe della Rwm di Domusnovas, in Sardegna, continuano a partire per Riyad". "Molti oggi faranno memoria del massacro di Srebrenica e avranno parole di condanna e impegno perche' certe cose non succedano piu'. Poi pero'- ammonisce- le scelte di guerra continuano a essere quelle piu' vincenti".
"La politica non ha messo in agenda il ripudio della guerra. Anzi, l'export di armi aumenta. Le spese militari per il 2017 in Italia- denuncia don Sacco- sono di 23 miliardi, 40mila euro al minuto".
(Red/ Dire)
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