'Non strumentalizzare e disumanizzare chi fugge da fame e crisi'
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 13 lug. - La Conferenza episcopale del Guatemala (Ceg), attraverso la Pastorale della mobilita' umana - unitamente all'Associazione dei diplomatici e professionisti del Guatemala (Adiprogua) - interviene in una nota sulla situazione dei migranti nel Paese, denunciando "omissioni" da pate del governo. I vescovi sono tornati a denunciare anche l'episodio di qualche mese fa, quando circa 270 abitanti di Laguna Larga furono costretti a lasciare le proprie case. Quella decisione, seppur volta a incrementare la tutela di un territorio appartenente alla Biosfera Maya, d'altro canto per i religiosi "ha calpestato i diritti" di quelle persone.
La nota, intitolata 'Il dramma dei migranti e rifugiati ci interpella' e' stata presentata venerdi' scorso a Citta' del Guatemala alla presenza, tra gli altri, di mons. Alvaro Ramazzini, vescovo di Huehuetenango e delegato della Ceg per la Mobilita' umana. I firmatari si dicono preoccupati "di fronte alle discussioni, alle pratiche e alle risposte politiche attuali rispetto al fenomeno delle migrazioni". Situazioni, queste, che "strumentalizzano e disumanizzano la persona emigrante o rifugiata".
Si legge ancora nel comunicato: "Affermiamo che lo Stato del Guatemala ha una grave responsabilita' e un'omissione poiche' mancano una visione e un approccio integrale rispetto alle migrazioni, pur essendo un Paese di partenza, transito, arrivo e ritorno". Inoltre, "constatiamo che le cause del fenomeno migratorio continuano ad essere strutturali", perche' frutto di una "violenza strutturale" che si riflette "nella poverta', nella marginalita', nella discriminazione, nella violenza generalizzata, nella deportazione, a causa di interessi economici nazionali ed internazionali".
Il documento richiama in particolare la situazione drammatica e inumana di decine di famiglie costrette ad abbandonare le proprie case a Laguna Larga, nel municipio di Pete'n. Ed esprime il suo allarme "per la gestione e l'imposizione di piani che obbediscono a politiche migratorie extraregionali che criminalizzano i migranti e rifugiati, calpestando i loro diritti e lasciandoli in uno stato di totale mancanza di protezione". Da qui "l'imperativo di creare, finanziare e implementare una politica statale che affronti il tema della migrazioni in una prospettiva integrale umana e coerente con le caratteristiche migratorie del Paese". (www.agensir.it) (Red/ Dire)