Al 29esimo summit ad Addis Abeba focus anche su sicurezza e fame
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 6 lug. - Affrancarsi dai donatori internazionali, dare un futuro ai giovani, sconfiggere la fame e il terrorismo. Questi i temi su cui si sono confrontati i 55 capi di Stato e di Governo dell'Unione africana, riuniti ad Addis Abeba. Il 29esimo vertice dell'Ua sembra voler disegnare un nuovo futuro per l'organizzazione. Che prima di tutto ha voluto tirare le somme su una proposta lanciata al summit dello scorso anno: permettere all'Africa di emanciparsi dai donatori stranieri, e in particolare dagli investitori cinesi e occidentali. La strategia individuata consiste nel tassare dello 0,2 per cento tutti i prodotti extra continentali, una misura che consentirebbe all'Unione di finanziare ben l'80 per cento delle proprie attivita'. "Non possiamo dire ai grandi donors non africani che noi siamo autonomi, e subito dopo chiedergli 'dateci il vostro denaro'", il commento del Presidente ivoriano Alassane Ouattara riportato da 'Radio France internationale' (Rfi). "Uscire dall'assistenzialismo" e' infatti la linea proposta dai vertici dell'Ua, il Presidente della Guinea, Alpha Conde', che regge la presidenza, e il suo omologo ruandese, Paul Kagame, a capo del Comitato per la riforma dell'Unione.
Ma ottenere il consenso unanime degli Stati membri non e' cosi' semplice come sembra: alcuni hanno espresso perplessita', incerti sul meccanismo e gli effetti di questa nuova tassa. Le discussioni quindi non si sono esaurite, ma un punto resta fermo: "il 2018 sara' l'anno del risveglio dell'Unione africana e della sua autonomia finanziaria", e' stato detto. Il 29esimo vertice Ua non ha guardato solo alle proprie case: "I giovani costituiscono il 70 per cento della popolazione". Fondamentale quindi investire su di loro, "iniziando col rassicurarli della nostra determinazione a lavorare per un futuro accettabile". Cosi' ha detto ancora Alpha Conde' nel suo discorso d'apertura, secondo 'Jeune Afrique'. Indispensabile anche affrontare il tema della sicurezza nel Sahel: "Aiutatemi a trovare la strada migliore", ha chiesto il nuovo presidente della Commissione dell'Ua, il ministro degli Esteri del Ciad Moussa Faki Mahamat. Il quale ha anche invitato i partecipanti a non dimenticare la crisi umanitaria che sta colpendo il Sud Sudan, i paesi del Lago Ciad e del Corno d'Africa, in cui malattie e carestie sono effetto sia delle violenze, sia della siccita' che sta portando allo stremo quelle popolazioni.
(Red/ Dire)