Opposizioni: È deriva autoritaria. Duterte: Non ascolto nessuno
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 1 giu. - La camera dei rappresentanti votera' mercoledi' se revocare l'adozione della legge marziale sull'isola di Mindanao da parte del Presidente Rodrigo Duterte a causa delle violenze esplose da qualche giorno tra l'esercito e il movimento armato Maute, affiliato al gruppo Stato islamico (Is). Per alcuni parti all'opposizione la decisione di Duterte "non solo viola la Costituzione" ma e' anche "un pericoloso precedente". Oggi i deputati hanno ascoltato un funzionario esporre la situazione sull'isola del sud: come riferiscono i quotidiani locali, gli scontri sono proseguiti a Marawi anche nel weekend, con migliaia di residenti bloccati in citta' tra il fuoco dei due schieramenti. L'esercito ha continuato a bombardare gli edifici ritenuti il covo dei miliziani. Il bilancio di una settimana di scontri tocca ormai quota cento persone. Ignorando le preoccupazioni del Congresso, Rodrigo Duterte ieri ha fatto sapere che intende estendere la legge marziale in tutto il Paese: in un discorso alla nazione ha detto di essere pronto a prendere in mano la situazione, "infischiandosene" sia del Congresso - che la deve votare - che della Corte Suprema, a cui le Opposizioni promettono di fare ricorso.
Molti politici esterni al suo partito temono infatti che il Presidente stia approfittando del caos a Mindanao per imporre una "deriva anticostituzionale", come accade nel 1972, quando l'allora capo di Stato Ferdinand Marcos sfrutto' l'adozione della legge marziale per imporre un regime autoritario. "Finche' le Forze armate e la polizia non dichiareranno il nostro Paese libero da qualsiasi minaccia, reiterero' la legge- che ha 60 giorni di validita', ndr- Non ascoltero' nessun altro", ha detto Duterte. La legge marziale dota i membri delle Forze di sicurezza del potere di arresto senza l'obbligo di mandato e di imporre il coprifuoco.
(Red/ Dire)