(DIRE-Notiziario settimanale Esteri) Roma, 26 gen. - Amref compie 60 anni, e per festeggiare questo importante traguardo lancia la campagna 'Per noi non Sei Zero', giocando cosi' con le cifre del 60. L'iniziativa, a cui collaborera' con dei video lo storico amico e testimonial della Ong, Giobbe Covatta, comprendera' una serie di azioni organizzate nel corso del 2017 volte a "sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessita' di non ignorare l'Africa", dando "rilevanza, visibilita', importanza al prendersi cura e trattare da pari a pari, senza pietismo, il continente africano", come scrivono in una nota.
L'impegno di Amref resta invariato nei 30 paesi in cui detiene presidi: se negli anni '50 Amref portava salute in Africa con i "Flying Doctors" - dottori volanti - a bordo di piccoli aerei monomotore per raggiungere aree remote, oggi sfrutta "qualcosa di molto piu' piccolo, maneggevole ed economico di un aereo: il telefono cellulare e il web".
Nonostante tanto impegno, la salute del continente non migliora: solo nel 2015, evidenzia Amref, "sono morti 3 milioni di bambini, vale a dire cinque al minuto al di sotto dei 5 anni. Due terzi di tali decessi e' avvenuto per cause prevenibili". L'area piu' colpita e' l'Africa Sub-sahariana, che conquista cosi' la maglia nera per "il tasso di mortalita' infantile piu' alto del mondo: 12 volte piu' dei paesi ad alto reddito". Troppo consistenti ancora i casi di morte tra le mamme, che "nei Paesi in via di sviluppo sono 230 ogni 100 mila nascite". La meta' di questi decessi "si verifica nell'Africa Sub-Sahariana, il luogo in cui e' piu' pericoloso mettere al mondo un bambino. Tra le pratiche da combattere, su tutte, le mutilazioni genitali femminili".
Infine, altro grave problema e' la carenza di medici: "come raccontano le stime dell'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms) la stragrande maggioranza dei Paesi dell'Africa Sub sahariana puo' contare su meno di 0.5 medici - meno di 'mezzo medico' - ogni mille abitanti", rivela ancora Amref.
Legato a questo problema c'e' la questione migratoria, tanto sentita tra le cancellerie europee e i cittadini. Per Amref e' conseguenza diretta di "sempre piu' marcate diseguaglianze", nonche' "sistemi sempre piu' iniqui e non inclusivi". Amref suggerisce quindi "di cambiare prospettiva: l'esodo di interi popoli non puo' essere vissuto come un problema da risolvere ma gestito come opportunita' per un nuovo sviluppo". Mettere al primo posto la difesa dei diritti umani, coinvolgendo in modo "imprescindibile gli attori africani nella gestione dei flussi internazionali".
(Red/ Dire)