L'amministrazione Trump ha introdotto vari motivo di tensione
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 23 feb. - I ministri degli Esteri di Stati Uniti e Cina, rispettivamente Rex Tillerson e Wang Yi, costretti a incontrarsi a Bonn, in Germania, per prendere parte al G20. Si tratta del primo faccia a faccia tra i due capi della Diplomazia da quando Donald Trump e' entrato alla Casa Bianca. Un primo colloquio, riferisce la stampa internazionale, dovrebbe consentire loro di affrontare i temi che infiammano i rapporti tra i due paesi: il dossier Taiwan, le isole contestate nel Mar cinese meridionale e infine il commercio. Grande dunque l'apprensione, dal momento che i motivi di tensione tra queste due super potenze sono di notevole entita', e potrebbero portare allo scontro diretto.
Pechino intende accertarsi che, sul primo punto, Trump abbia definitivamente accantonato le sue posizioni. Il Presidente americano infatti si era detto intenzionato a non riconoscere piu' il principio di "una Cina sola", tendendo implicitamente una mano alle istanze indipendentiste di Taiwan. Di recente pero' sembra aver fatto marcia indietro.
Sul secondo punto, Rex Tillerson a meta' gennaio ha avanzato la proposta di impedire l'accesso di Pechino alle isole artificiali che la Cina ha fatto costruire nel Mare cinese. La risposta della controparte e' stata altrettanto aggressiva: se questa ipotesi dovesse concretizzarsi, Pechino ha paventato "lo scontro militare".
L'ipotesi di chiudere i mercati americani ai prodotti cinesi e' stato infine un punto importante della campagna elettorale del magnate americano: "Assumi americani, compra americano" e' uno degli slogan che incoraggiano il ritorno al protezionismo soprattutto in chiave anti-cinese, laddove i prodotti della Cina sono stati accusati da Trump di aver distrutto l'economia americana.
(Red/ Dire)