Sudafrica, salario minimo nel nome di Mandela
Proposta dell'Anc, sconfitto alle elezioni e in crisi di consensi
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 23 feb. - Un salario minimo, da applicare a livello nazionale per combattere allo stesso tempo poverta' e disuguaglianze: la proposta e' stata fatta propria dal vice-presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, dopo la piu' grave sconfitta elettorale per l'African National Congress (Anc) che fu di Nelson Mandela.
Il progetto prevede un salario minimo equivalente a 260 dollari al mese, circa un dollaro e mezzo l'ora, una somma equivalente al reddito pro capite medio in un Paese dove il tasso di disoccupazione supera il 27 per cento e quasi meta' della popolazione vive in poverta'.
Ramaphosa ha dato il suo via libera pochi giorni dopo la diffusione di un rapporto che conferma le disparita' nel Sudafrica post-apartheid: i neri, circa l'80 per cento della popolazione, guadagnerebbero ancora solo un quinto rispetto ai bianchi.
Il salario minimo e' stato introdotto negli ultimi anni in diversi Paesi dell'area subsahariana, come il Camerun, il Ghana e la Costa d'Avorio. Il Sudafrica rappresenta pero' un caso differente, per il maggior rilievo economico e il peso minore del settore informale: condizioni che potrebbero favorire l'efficacia del provvedimento.
La sconfitta elettorale dell'Anc risale a luglio. Per la prima volta dalla fine del segregazionismo, il partito di Mandela ha perso il governo della capitale economica Johannesburg.
(Red/ Dire)
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