(DIRE-Notiziario settimanale Esteri) Roma, 9 feb. - Si e' installato, a Quito capitale dell'Ecuador, il tavolo dei negoziati tra il Governo colombiano e l'Esercito di liberazione nazionale (Eln), il gruppo della guerriglia ancora attivo dopo che e' stata siglata la pace con le Farc.
All'installazione del tavolo ha partecipato, a capo di una delegazione della Conferenza episcopale colombiana (Cec), con un ruolo di accompagnamento nell'attuale fase di dialogo, il vescovo di Tibu', mons. Omar Sanchez Cubillos, che si e' detto "speranzoso".
Sono passati piu' di trecento giorni da quando - a fine marzo 2016 - rappresentanti del governo e dell'Eln firmarono un primo accordo per dare inizio al dialogo. Durante questi mesi, nei quali non sono mancati passi in avanti e momenti di tensione, la Chiesa colombiana ha ricevuto un'esplicita richiesta di essere presente nel processo di pace.
Ad insistere e' stato soprattutto l'Eln. Mons. Sanchez, dal sito della Cec, ricorda che la Chiesa ha accettato dopo una profonda riflessione e in seguito a una consultazione con il Governo, con l'obiettivo di accompagnare "un processo che va in aiuto di molte persone nei nostri territori, dato che l'Eln e' presente nei luoghi dove noi viviamo".
Per il vescovo di Tibú il ruolo della Chiesa sara' principalmente quello di "essere utili, restando disponibili. Al momento il negoziato e' pervaso da tensioni, posizioni radicali, momenti critici. La mia speranza e' che riusciamo ad essere un elemento utile o in quest'ambito o per altri aspetti legati all'avanzamento del dialogo".
Mons. Sanchez conclude spiegando di essere speranzoso: "Sappiamo che si tratta di un dialogo difficile, che nei tavoli di negoziato regna la tensione, che i problemi sono complessi", ma "vogliamo essere utili in modo semplice e se la complessita' di questo tavolo chiedera' i nostri buoni uffici, di buon grado ci faremo carico di questo compito, perche' si tratta di aiutare il Paese a passare nella sponda della pace".
(www.agensir.it) (Red/ Dire)