(DIRE-Notiziario settimanale Esteri) Roma 9 feb. - A Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha firmato l'Accordo Quadro sulle relazioni tra la Chiesa cattolica e lo Stato. Presente alla cerimonia, che ha avuto luogo la scorsa settimana, anche il Presidente congolese. Lo rende noto Radio Vaticana.
L'Accordo Quadro, costituito da un preambolo e 18 articoli, garantisce alla Chiesa la possibilita' di svolgere la propria missione nel Congo. In particolare, viene riconosciuta la personalita' giuridica della Chiesa e delle sue Istituzioni. Le due Parti, pur salvaguardando l'indipendenza e l'autonomia che sono loro proprie, si impegnano a collaborare per il benessere morale, spirituale e materiale della persona umana e per la promozione del bene comune.
Nell'occasione, il card. Parolin ha portato il saluto di Papa Francesco "a tutto l'amato popolo" congolese, sottolineando che la firma dell'Accordo "costituisce una nuova tappa, d'importanza storica", che cade nel quarantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Congo. Il porporato ha citato San Giovanni Paolo II, in visita Congo nel maggio del 1980. "È bene sottolineare- ha aggiunto Parolin- che con questo Accordo la Chiesa Cattolica non cerca in alcun modo di ottenere privilegi particolari a spese di altre confessioni". Si tratta, anzi, "di rafforzare, non solo la comprensione reciproca, ma anche la collaborazione tra le comunita' religiose".
Il porporato confida inoltre che "l'attuazione di tale Accordo possa contribuire all'irradiamento della Repubblica del Congo sul piano internazionale, attestando ancora che il Congo tratta con rispetto le Comunita' religiose e attribuisce una reale importanza ai principi del diritto riconosciuti a livello internazionale, e in particolare al principio fondamentale di liberta' religiosa: e' in tal senso che il documento costituisce anche un bene a favore di tutte le istanze religiose, cattoliche e non cattoliche".
Infine, il segretario di Stato auspica che l'Accordo possa concorrere "al mantenimento della convivenza pacifica, come anche allo sviluppo integrale del Paese".
(www.agensir.it) (Red/ Dire)