Africa, ad Addis Abeba il 28esimo summit dell'Unione africana
In agenda giovani, presidenza della Commissione e dossier Marocco
(DIRE-Notiziario settimanale Esteri) Roma, 2 feb. - Si e' aperto ad Addis Abeba, in Etiopia, il 28esimo vertice dell'Unione Africana a cui partecipano i capi di Stato e di governo dei 54 Stati membri. Tema dell'incontro 'Sfruttare appieno il dividendo demografico investendo nei giovani'. Massima allerta in citta' per la sicurezza: stando ai media locali, le autorita' nei giorni scorsi hanno fatto appello alle forze armate affinche' svolgano il loro lavoro nel modo piu' scrupoloso possibile. Sono infatti attesi 4mila ospiti di alto livello, tra cui 37 capi di Stato e governo e 49 ministri degli Esteri. Tra questi, il re del Marocco Mohammed VI e i Presidenti di Egitto e Nigeria Abdel Fatah Al-Sisi e Muhammadu Buhari.
Tanti i temi in agenda. Tra questi molto importante e' il Dossier Marocco: Rabat, membro fondatore dell'Ue, negli anni Ottanta aveva lasciato l'Unione in segno di protesta per il riconoscimento della Repubblica democratica araba dei Saharawi (Rasd), un territorio su cui il Marocco rivendica la sovranita'. Nel 2016 pero' il Paese nordafricano ha capito che la politica 'della sedia vuota' non era piu' conveniente, e quindi ha presentato istanza di reintegro, ottenendo subito i voti necessari. Resta da capire pero' cosa ne pensano i paesi alleati della Rasd, ossia Nigeria, Algeria e Sudafrica, veri e propri giganti del continente non solo dal punto di vista economico, ma anche politico.
Depennato invece dall'agenda un punto che tiene la comunita' internazionale col fiato sospeso: la proposta di uscita collettiva dei Paesi Ua dalla Corte penale dell'Aia, dopo la polemica, emersa da piu' parti, secondo cui la Corte avrebbe un atteggiamento ostile esclusivamente contro certi governi africani. A opporsi al progetto il Senegal, seguito da Nigeria, Zambia, Botswana, Liberia e Tanzania. Altri governi hanno fatto sapere che devono ancora prendere una decisione sull'argomento. Questione quindi rinviata a data da destinarsi.
Giocando sull'attenzione mediatica che questo evento porta con se', l'ong Amnesty international ha pubblicato in questi giorni un rapporto con il quale spera di fare pressione affinche' l'Unione si occupi di piu' del problema dei diritti umani violati. Tale report evidenzia infatti gravi abusi, soprattutto in quei Paesi dove sono in corso conflitti o crisi politico-istituzionali. Amnesty punta il dito contro gli stessi governi, spesso responsabili di gravi violazioni ai danni dei civili, pertanto invita il futuro capo della Commissione a fare di piu' per prevenire e contrastare situazioni di questo tipo.
L'attuale Presidente, la First Lady sudafricana Dlamini-Zuma, sta infatti terminando il suo mandato. La scelta del suo successore e' un altro importante tema di discussione, accanto ad alcune riforme interne di tipo istituzionale, cosi' come auspicato gia' nel vertice di Kigali di luglio. L'obiettivo e' quello di rendere "l'organizzazione panafricana piu' efficiente e vicina alla gente", come ha spiegato il portavoce della Presidente della Commissione Jacob Enoh Eben. Tra le proposte, c'e' quella di tassare dello 0,2% le importazioni degli Stati membri in modo da garantire una certa autonomia finanziaria all'Organizzazione.
(Red/ Dire)
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