Alla 'Dire' la testimonianza degli operatori dell'ong Re.Te
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 14 dic. - "Molti honduregni si sentono defraudati" spiega alla DIRE Daniela Guasco, cooperante di Re.te, ong italiana in prima fila nel tentativo di sottrarre i ragazzi ai reclutatori delle bande criminali nelle periferie di Tegucigalpa, di La Ceiba e di San Pedro Sula.
Proprio in questa citta', operaia, roccaforte "rossa" nel nord industriale, si sono concentrate molte delle proteste seguite alle elezioni presidenziali del 26 novembre. Manifestazioni e scontri, anche nella capitale Tegucigalpa, che hanno provocato almeno 11 vittime. Giovani colpiti a morte mentre contestavano lo spoglio a rilento e soprattutto il ribaltamento dei primi risultati. A 24 ore dalla chiusura dei seggi, il giornalista candidato della sinistra Salvador Nasralla era in vantaggio sul capo di Stato uscente, Juan Orlando Harnandez. Poi tutto e' cambiato: il Tribunale supremo elettorale ha riferito di un guasto tecnico che avrebbe bloccato per 24 ore la trasmissione dei dati; il presidente, allora, ha riconquistato la testa per circa 40mila voti.
Secondo Guasco, la tensione era cominciata a salire gia' da mesi: "Hernandez non poteva ricandidarsi per via del limite costituzionale che consente un solo mandato ma e' riuscito a forzare la mano al Tribunale". Il risultato? "Un voto che si e' trasformato in un referendum pro o contro il presidente, con una spaccatura e una polarizzazione sempre piu' forte tra destra e sinistra" risponde Alex Maffeis, a capo dei progetti locali di Re.te.
Gli scontri si sono concentrati nelle citta' "rosse", dove e' stato introdotto il coprifuoco notturno, revocato ieri solo in alcune zone. Secondo Maffeis, "Hernandez ha ottenuto invece consensi soprattutto nelle regioni occidentali, rurali e in genere meno sviluppate".
Come altri Paesi del Centroamerica, l'Honduras ha precedenti in fatto di instabilita', contestazioni e anche colpi di Stato. Nel 2009 un golpe rovescio' Manuel Zelaya, dirigente di quello stesso Partido Libertad y Refundacion (Libre) nel quale milita ora Nasralla. Nuovi rischi sono stati evidenziati anche dall'Organizzazione degli Stati americani (Osa), che chiede una verifica dei voti prima che siano annunciati i risultati definitivi. Secondo Jorge Quiroga, capo degli osservatori elettorali dell'Osa, "senza controlli meticolosi ed esaustivi su eventuali brogli e' impossibile ricostruire la fiducia popolare".
(Red/ Dire)