Ministro: L'arte e' un faro che ci libera da tutti i dogmi
(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 7 dic. - "L'arte e' un faro che permette di liberarci da tutti i dogmi". Ha scelto queste parole N'Diaye Ramatoulaye Diallo, ministro della Cultura del Mali, inaugurando sabato scorso la biennale di fotografia che si tiene nella capitale Bamako fino a fine gennaio. "In un paese reso ancora fragile dalle violenze, un evento di tali dimensioni rappresenta un atto di resistenza e un rifiuto chiaro dell'oscurantismo", commenta 'Jeune Afrique', quotidiano media partner del progetto organizzato dal ministero della Cultura e l'Institut Francais.
'Afrotopia' il titolo scelto per questa 11esima edizione, vedra' la partecipazione di circa 40 artisti da tutto il continente, compresi quelli della diaspora. "La fotografia si riprende Bamako quartiere per quartiere", ha aggiunto il ministro Diallo, che in qualche modo fa anche cenno al tema ricorrente di questa mostra: gli spazi del vivere insieme, o meglio, del non vivere insieme.
Gli artisti si sono infatti concentrati sui tanti ostacoli alla convivenza umana: quelli reali, creati dalle diseguaglianze, e quelli irreali generati dalle paure. Ne e' un esempio il sudafricano Michael Mc Gary, che mostra una citta' costruita con finanziamenti cinesi completamente vuota, perche' il costo degli immobili e' troppo alto. Oppure lo scatto del tunisino Zied Ben Romdhane, che racconta una citta' di minatori completamente abbandonata a se stessa: benche' sorga in una zona ricca di risorse, le istituzioni hanno lasciato indietro i suoi abitanti.
La serie di immagini dal gusto teatrale del sudafricano Sibusiso Bheka racconta invece la pratica, sempre piu' diffusa, di erigere muri alti tra le abitazioni per ragioni di sicurezza. Incarnazione di fantasmi e paure sempre piu' frequenti, questi muri vengono violati dai personaggi di Bheka, che cercano invece di scavalcarli, rivelandone l'assurdita' di fondo.
Il collettivo egiziano Cairo Bats, infine, contesta la ghettizzazione delle donne negli spazi urbani, o la loro esclusione da altri, a causa di pregiudizi non ancora superati.
(Red/ Dire)