(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 13 apr. - La Corte costituzionale ungherese ha annullato in modo retroattivo il decreto varato dalla giunta di estrema destra di Asotthalom a fine 2016 contro persone omosessuali o di religione musulmana. In particolare, si vietava la costruzione di moschee, l'appello alla preghiera da parte del muezzin, l'uso del niqab e del burkini, e erano stati posti dei limiti alla "propaganda omosessuale".
Il vicepresidente del partito a cui la giunta della cittadina appartiene, il Jobbik, aveva definito quel decreto "un'azione preventiva" volta a "proteggere la comunita' e le sue tradizioni dalle comunita' straniere".
Per la Corte invece - come ha spiegato in una nota - le autorita' locali "non avevano il diritto di adottare un decreto che limita dei diritti e degli obblighi fondamentali", che stando alla Costituzione "devono essere oggetto di legge" da parte dello Stato.
Il decreto e' stato impugnato dalla Corte costituzionale in seguito alla denuncia presentata dalla Mik, la Comunita' islamica ungherese, "scioccata per la xenofobia e l'islamofobia crescenti e allarmanti nel Paese".
(Red/ Dire)